Cuneo – “Case di riposo, serve integrare il personale infermieristico e gli operatori socio-sanitari”. È questo l’appello che arriva dal consiglio provinciale che nei giorni scorsi ha approvato all’unanimità un ordine del giorno sulla situazione delle strutture assistenziali per anziani della Granda. Il perdurare dell’emergenza correlata all’epidemia da Covid-19 ha, infatti, acuito la già grave carenza di personale sanitario, in particolare infermieri e operatori socio sanitari (oss) nelle strutture del servizio sanitario pubblico e privato.
Questa situazione è particolarmente sentita nelle case di riposo (Rsa e Ra) che in Piemonte sono in costante ricerca di personale infermieristico e di operatori socio-sanitari. “La carenza di personale – spiega il documento – deriva in parte dall’assunzione di un rilevante numero di infermieri da parte delle Asl/Aso a seguito dei concorsi, in parte dai pensionamenti e, infine, dalla previsione del decreto legge 34/2020 relativa all’introduzione dell’infermiere famiglia/comunità”. La mancanza di personale ha messo in difficoltà molte strutture assistenziali che si sono trovate nell’impossibilità di mantenere i livelli minimi di assistenza e con il rischio di interruzione di servizi fondamentali e, di conseguenza, di chiusura con gravi conseguenze per tutto il territorio.
“La Provincia – ha precisato il presidente Borgna – ha attivato mesi fa un tavolo provinciale sulle strutture assistenziali per gli anziani allo scopo di affrontare, in un confronto a più voci tra tutti gli operatori del settore, i problemi più urgenti in merito alla disastrosa situazione delle Rsa tenendo conto che il settore socio-assistenziale è tra i servizi più colpiti dall’inizio della pandemia”.
“Questa situazione – continua il documento – riguarda soprattutto le strutture presenti nei piccoli Comuni, che in molti casi sono le più importanti imprese del territorio, un vero traino per l’economia locale. Le case di riposo sono, al pari delle scuole, strutture indispensabili che vanno garantite e tutelate anche e soprattutto nei Comuni con meno abitanti. Preme rimarcare che queste strutture non hanno sofferenze economiche rilevanti in quanto trattasi di difficoltà unicamente gestionali legate alla mancanza di personale infermieristico”.
L’ordine del giorno sottolinea poi la necessità di potenziare fin da subito anche la formazione ai fini dell’assunzione anche di operatori socio-sanitari (oss) anche per il tramite delle scuole superiori ad indirizzo socio-sanitario, così come risulta difficile la situazione di medici di base a causa dell’aumento del numero degli assistiti che si riflette sull’assistenza dei degenti in Rsa.
Di seguito le proposte contenute nell’ordine del giorno: richiedere che gli infermieri dipendenti del Servizio Sanitario Pubblico possano effettuare, al di fuori del proprio orario di lavoro e in deroga a quanto previsto in tema di esclusività del rapporto di impiego, la propria attività professionale presso le Residenze Socio Sanitarie per anziani così da permettere alle case di riposo di avere disponibilità immediata di personale infermieristico formato che continuerebbe a rimanere dipendente dell’Azienda sanitaria; dare l’opportunità alle case di riposo di disporre assunzioni di personale in quiescenza, anche in deroga alle vigenti disposizioni legislative in materia e comunque in via del tutto eccezionale e temporanea; incrementare il numero di personale infermieristico, oss e dei medici di base attraverso un incremento del fabbisogno numerico e formativo.
Il documento è stato oggetto di dibattito da parte dei consiglieri provinciali. La Provincia, quale ente di area vasta, lo condividerà con i Comuni e il presidente Borgna, di concerto con i sindaci, si farà parte attiva presso la Regione Piemonte trasmettendolo al presidente della Giunta Regionale e al Consiglio Regionale del Piemonte.