Dall’emergenza climatica a quella umanitaria, dai mari inquinati alle relazioni sbagliate tra gli uomini: il cammino percorso dal giovane autore ha le tappe segnate anzittuo dall’impegno diretto nel campo dei movimenti di sensibilizzazione, poi dalla condivisione di dati e riflessioni infine degli impegni in vista del futuro.
Il titolo del libro suona a prima vista con un chiaro accento polemico di denuncia. In realtà però Giorgio Brizio non si unisce al coro di generiche “lamentazioni”, ma sostiene proposte a misura di tutti.
Il libro si presenta infatti come un primo ampio approccio all’attuale condizione del pianeta sempre affrontato con un linguaggio semplice. Molte pagine riprendono domande, danno risposte, sollevano veli e questioni. Spesso sono argomentazioni già altrove sviluppate, ma non è inutile riprenderle. Soprattutto è proficuo dar loro sistemazione in un contesto più esteso, stabilirne i reciproci legami, gli intrecci che increspano questo mondo spesso adagiato nella comoda routine. È esattamente questo l’intento che si propone l’autore.
Se il primo capitolo verte interamente sulla questione climatica, con osservazioni anche originali comunque suffragate da argomenti stringenti, le pagine successive coinvolgono le disparità sociali ed economiche diffuse a livello locale e planetario perché “affrontare il cambiamento climatico non significa (solo) salvare api e orsi polari, ma costruire un dialogo e iniziare a parlare di diritti, di lavoro, di giustizia ambientale”.
È la barca del titolo che non accoglie tutti, che fa distinzioni e lascia in mare molti.
Così il discorso scivola sulla questione dei migranti: “le persone, come l’acqua, scorrono e sono difficili da fermare”. I muri eretti per bloccare i flussi finiscono per trovare la propria metafora nel coperchio della pentola: se il fuoco continua a scaldare la pentola esplode “facendo fare una brutta fine a quello che sembrava un impenetrabile e solido coperchio”.
Sguardo rigoroso e conseguente, eppure mosso da fiducia: “rimango convinto che sia possibile dare una svolta a questa situazione, se davvero lo vogliamo”. Come anche ritiene che, pur in un mondo dove l’omologazione dilaga, non è necessario nuotare controcorrente. Ci sono, dice l’autore, organizzazioni che già compiono i passi giusti alla ricerca di “una barca che (ci) salvi tutti”.
Non siamo tutti sulla stessa barca
di Giorgio Brizio
Slow Food
16,50 euro