Siamo di fronte a uno dei mostri sacri della letteratura mondiale, che dedica il suo libro a un altro grandissimo come Grossman. Un libro straordinario con pagine,
sono 150 in tutto, che lasciano senza fiato per il loro sguardo così vero e insieme così intenso e doloroso sul “male di vivere”.
Al centro del romanzo c’è il dramma della sofferenza fisica e morale, la tragedia della vecchiaia, della malattia e della morte. L’uomo nel buio è August Brill, critico letterario in pensione, 72 anni, vedovo, che ha avuto un grave incidente automobilistico che gli ha lasciato una gamba fuori gioco, vive in una casa tranquilla con la figlia Miriam divorziata e la nipote Katya. Costretto per la maggior parte del tempo in casa e per molte ore a letto, è tormentato dai ricordi, dai drammi della sua esistenza e dalle infelicità delle due donne che più ama al mondo. Dorme poco e spesso nelle notti viene assalito da immagini che cerca di sfuggire raccontandosi delle storie, inventando personaggi, luoghi, vicende “altre” spesso allegre. Entriamo nella sua testa e seguiamo la surreale storia di Owen Brick, prestigiatore un po’ maldestro, che si ritrova in uno spazio-tempo parallelo a quello della sua abituale esistenza in un’America in preda alla guerra civile, una guerra che solo lui può fermare. Il racconto è spezzettato da immagini, pensieri, piccoli fatti della quotidianità fino a un punto in cui la storia nella storia si interrompe e prevale la vita vera. E qui Owen Brick cerca di costruire un’idea di futuro.
E come entra l’11 settembre? Auster che si è sempre tenuto lontano dalla scrittura politica, immagina un mondo nel quale l’11 settembre del 2001 non sia successo niente ma l’America sia andata ugualmente a catafascio con una guerra fratricida da 13 milioni di morti. E questo scenario fa ancora più paura…
Uomo nel buio
di Paul Auster
Einaudi
17 euro