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Venerdì 19 settembre 2025

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Truffa: tenta di farsi versare 11.000 euro sul conto, condannato

Prima il messaggio e poi la telefonata sul cellulare, da parte di un sedicente impiegato della banca

Racconigi

La Guida - Truffa: tenta di farsi versare 11.000 euro sul conto, condannato

Quando ricevette il messaggio dalla banca che gli riferiva di operazioni sospette sul suo conto e che di lì a poco sarebbe stato contattato telefonicamente, non pensò potesse trattarsi di una truffa perché l’sms compariva in coda a una cronologia di messaggi che aveva effettivamente avuto con la sua banca. Quando arrivò la chiamata, un uomo che si presentò come impiegato della banca gli chiese il pin e di restare in linea; il sospetto venne però quando il presunto impiegato gli raccomandò di non aprire nel frattempo l’app del suo conto, ma era troppo tardi. Il 18 maggio 2020 sparirono dal suo conto circa 11.000 euro, di cui 8.500 finiti sulla carta ricaricabile di T. L., pugliese, rinviato a giudizio con l’accusa di truffa. La tempestiva segnalazione alla banca e la successiva denuncia portarono all’immediato blocco del denaro che non era ancora stato spostato dalla carta ricaricabile e successivamente fu restituito al legittimo proprietario che però, per l’avvocato che lo rappresentava in giudizio come parte civile, rimase comunque traumatizzato da quella esperienza, essendosi visto sottrarre in un colpo solo una somma cospicua per una famiglia e che da quel giorno vive con ansia tutte le operazioni che è costretto a fare on line. Associandosi alla richiesta di condanna di un anno e 900 euro dell’imputato avanzata dall’accusa, la parte civile aveva chiesto un risarcimento di 1.500 euro ciascuno per ciascun membro della famiglia raggirata. Per la difesa però le indagini e l’istruttoria non avevano assolutamente chiarito al di là di ogni ragionevole dubbio che quella carta formalmente intestata all’imputato fosse effettivamente nella sua disponibilità, così come appariva strano che un uomo giovane e abituato alle nuove tecnologie non si fosse subito allarmato alla richiesta di non controllare l’app del conto mentre era al telefono, e per questo ne aveva chiesto l’assoluzione. Richiesta non accolta dal giudice che ha condannato l’imputato a otto mesi di reclusione e 200 euro di multa e disposto un risarcimento di 3.500 euro per le parti civili.

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