In un salone d’onore del Municipio di Cuneo andato via via riempiendosi, si è svolta ieri – martedì 16 settembre – la lezione inaugurale della XVIII edizione della Summer School del Cespec dal titolo “(Meta)soggetti. L’umano e il suo altro”.
Protagonista della serata, tradizionalmente appuntamento pubblico d’incontro con la cittadinanza, è stata la prof.ssa Giulia Belgioioso (Università del Salento), ordinario di Storia della filosofia, esperta del pensiero moderno di fama internazionale e curatrice della più recente edizione delle opere di Descartes in Italia, che moderata dal prof. Sergio Carletto (Cespec) ha tenuto un intervento sul tema “L’odissea del soggetto”. La Summer School prosegue a Cuneo fino a sabato 20 settembre. La partecipazione agli incontri è libera e vale come attività di formazione per i docenti. Il programma completo della Summer 2025 è disponibile sul sito www.cespec.it e sulla pagina Facebook, dove saranno pubblicate le relazioni di tutte le sessioni.
Cosa vuol dire “Odissea del soggetto”? È la domanda alla quale Giulia Belgioioso, studiosa del pensiero moderno, ha provato a dare risposta nel corso della serata. La studiosa ha percorso le tappe nelle quali storicamente la nozione di “Io”, nata in età moderna, è stata al centro della riflessione filosofica. Ha preso le mosse dalla domanda che per primo Descartes si è posto: “Chi è quell’io che necessariamente sono”? E ha mostrato come la sua risposta – “Io sono proprio l’Io che dubita, che intende, che vuole conoscere di più e non vuole essere ingannato, che afferma, intende, ecc.” – pur segnando una grande rivoluzione epistemologica, non dice nulla della persona. Chi è l’io? si chiede Pascal. Dov’è l’io? Nel corpo o nell’anima? E io non sussisto anche se perdo le qualità che sono del corpo o dell’anima (il vaiolo deturpa il mio corpo, e l’Alzheimer colpisce il mio intelletto)? Cos’è allora l’io? Dell’io è impossibile definire la natura, dire cos’è. Non si ‘ama una persona’ che non si può conoscere, ma le sue qualità. Non vanno allora derisi quelli che si fanno onorare per le loro cariche: non si ama se non per qualità fittizie. Già dall’inizio, dunque, l’odissea del soggetto, diversamente da quella dell’eroe greco che compie un viaggio nel corso del quale recupera la propria identità, si rivela essere la storia di una perdita di identità. È già alle viste l’Ulrich dell’uomo senza qualità”.
Oggi – mercoledì 17 settembre – i lavori della Summer School sono iniziati alle 10 presso il Rondò dei Talenti (via Luigi Gallo, 1), dove è in programma il tradizionale workshop alla presenza di 25 studenti provenienti da tutta Italia e accreditati ai lavori della Summer, organizzato a partire dall’analisi del libro “Imputazione e colpa” di Arianna Brunori (Villa Tatti, Firenze). I lavori proseguiranno nel pomeriggio, dalle 15, con gli interventi di Federico Luisetti (Università di St. Gallen) con “Per un’ecologia politica dei soggetti non umani”; alle 17 sarà il turno di Luca Valsecchi (Università di Torino/Firenze) con “Soggetti allo stress. Elementi per una teoria dei soggetti collettivi tra Heiner Mühlmann e Peter Sloterdijk”. Chiuderà gli interventi, alle 18, Martino Quadrato (Università di Milano) che parlerà di “Tecnica e distanza. Per una genealogia della soggettività in Hans Blumenberg”.
Domani – giovedì 18 settembre – si terrà il secondo evento clou della 18esima edizione, con l’incontro pubblico delle 21, presso il Rondò dei Talenti (via Luigi Gallo, 1), dal titolo “Amore e violenza nell’era digitale. Nuove forme di legame, nuove forme di abuso”, alla presenza di Francesco Striano (Università di Torino) autore del libro “Violenza virtuale. Vita digitale e dolore reale” e Annalisa Ambrosio (Scuola Holden, Torino) autrice del libro “L’amore è cambiato. L’era post-romantica” in dialogo tra loro moderati da Sara Fontanelli (Università di Torino / Università Complutense di Madrid).