Situato a 427 metri s.l.m., il Comune di Montanera ha una superficie di 11 kmq. I più antichi abitanti del territorio in cui sorge Montanera furono probabilmente i Liguri Bagienni, popolando la zona compresa tra il Tanaro e lo Stura. Si erano messi a capo di una potente confederazione con i Liguri abitanti fra il Tanaro e il Po. Il primo nucleo del paese sorse agli inizi del XIII secolo su iniziativa dei monaci di Valcasotto, che a Consovero (Morozzo) possedevano un monastero e numerose giornate di terreno avute per lascito. Il nome di Montanera compare in parecchi documenti della Certosa di Valcasotto del 1240 e 1491 con la dicitura “locus dicitur praedialis”, ovvero non un vero paese, ma semplicemente un raggruppamento di cascine.
La leggenda narra che il nome del paese deriva dalla salita che dalle basse di Stura porta sull’altopiano. Un percorso allora estremamente ombreggiato per la copiosa presenza di alberi e arbusti, tanto oscura da essere chiamata “muntà neira”. Il paese fu infeudato, tra il 1619 ed il 1621 dal duca di Savoia Carlo Emanuele I ad Amedeo Ponte, Conte di Scarnafigi. Gli ultimi Marchesi di Montanera furono i Tapparelli D’Azeglio, tra i quali va ricordato Massimo, grande scrittore e studioso. Oggi Montanera è un piccolo centro con tanti punti di interesse storico-artistico e naturalistico da scoprire anche in bicicletta: la chiesa della Confraternita con facciata settecentesca ornata di affreschi; la parrocchiale dedicata a Cristo Salvatore con affreschi del 1400 restaurati negli anni Ottanta, la cappella di Madonna Assunta denominata “Madonna Lunga” con pregevoli affreschi del Quattrocento, aperta al pubblico su prenotazione (tel. 338-7942764).
Il nome di Montanera è legato a “la tiglia”, l’albero della libertà, piantato dal Comune nel 1799 sulla piazza antistante la chiesa parrocchiale insieme ai soldati di Napoleone per simboleggiare l’installazione della municipalità di Montanera. È uno dei pochi alberi della Libertà sopravvissuti. Una poesia, scritta da “Nonna Ciccia” (Enrica Tavecchio di Pianfei) elogia la tiglia di Montanera “piantata molto tempo fa dai soldati francesi che eran qua. Da allora si erge salda e sincera… per parlare al cielo. Chi ha piantato la tiglia ha piantato la speranza. Chi si è seduto sotto la tiglia ha imparato la pazienza”. Montanera è anche la patria di Giuseppe Filippi (1864-1956), uno dei primi operatori Lumière. A questo illustre personaggio Montanera ha dedicato la rotatoria all’ingresso del paese e la piazza omonima che racconta la sua vita nei pannelli perimetrali.