Portata in vetta per scommessa negli anni Cinquanta del secolo scorso, poi diventata una presenza famigliare a molti alpinisti impegnati nella salita al Monviso, da qualche giorno è stata restituita al suo legittimo proprietario la bici, o meglio il telaio di quella che un tempo era una bicicletta completa, che si trovava sulla cresta Est del Monviso. L’aveva portata sul Re di Pietra più di settant’anni fa un giovanissimo Clemente Berardo, prima di diventare il celebre “Mente” che ha scritto tante pagine dell’alpinismo saluzzese, in particolare come apprezzata guida alpina e poi come attivissimo membro della delegazione locale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
Fu una “ragazzata”, come la definisce oggi con un sorriso lo stesso Berardo.
Nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, Clemente, classe 1936, e alcuni amici si caricarono quella bicicletta fino in vetta di nascosto da tutti, in un’epoca in cui, come dice lui stesso, al Parco del Monviso “respiravamo una leggerezza particolare, dovuta sia all’euforia della nostra giovane età sia alla ritrovata spensieratezza degli anni del dopoguerra. Era una bicicletta già vecchia, che mia madre mi aveva comprato riverniciata da un ciclista di Saluzzo. Ci sembrò divertente portarla sul Monviso e lasciarla lì, per creare stupore e curiosità: era un modo per esprimere lo spirito della nostra gioventù, inguaribilmente ottimista e desiderosa di compiere qualche impresa, anche se magari avventata”.
Recentemente, due alpinisti hanno individuato il telaio a 2.900 metri circa, piantato tra le rocce della Est del Monviso: una quota decisamente più bassa rispetto ai 3.500 metri ai quali si trovava nel 2020. Non senza fatica, i due hanno prima portato in vetta la vecchia bicicletta e poi l’hanno fatta scendere a valle con l’intento di restituirla a Berardo, che sapevano essere colui che l’aveva fatta arrivare ai 3.841 metri di quota.
In occasione della restituzione, Berardo ha immediatamente riconosciuto il telaio: “Ho fatto i complimenti ai due alpinisti perché il peso e l’ingombro di quel vecchio arnese non sono indifferenti, soprattutto in considerazione dei difficili passaggi da compiere per salire e poi scendere dalla Est: si sono fatti circa 10 ore con un telaio sulla schiena. Due testardi e caparbi come me, insomma”.

Nelle foto: in alto, Clemente Berardo con il presidente del Parco del Monviso Marco Dastrù e il direttore Vincenzo Maria Molinari. Nelle altre immagini, Berardo con il telaio della sua bicicletta