er gli amanti delle escursioni all’aria aperta, a piedi o in sella a una mountain bike, il nuovo portale comunale Verzuolo Outdoor offre una ricca selezione di percorsi escursionistici tra natura e arte, alla scoperta della collina e dei suoi suggestivi paesaggi. Uno degli itinerari più ricchi è l’anello che, a partire da piazza Willy Burgo, consente di raggiungere la Villa di Verzuolo, il santuario di Santa Cristina, la chiesa di San Bernard el Vej e la cappella di Santa Brigida di Piasco. La lunghezza complessiva del tragitto è di 18,35 km, con un dislivello positivo di 743 metri e un tempo medio di percorrenza di circa 6 ore e 10 minuti. L’escursione richiede una base di allenamento minima, ma è percorribile e ciclabile in tutte le stagioni dell’anno. Anzitutto, partendo dalle strade del centro cittadino, il percorso segue via al Castello fino a raggiungere l’arco del borgo vecchio della Villa: qui, dopo aver ammirato la chiesa della Confraternita, dedicata al culto di Maria Santissima dell’Annunziata, si prosegue fino a raggiungere l’antica parrocchiale, uno dei due gioielli del medioevo verzuolese insieme al castello. Costeggiando il parco dell’antico maniero, si abbandona l’asfalto e si svolta in una strada sterrata nel bosco che, con una salita graduale, conduce al ciabot di Anello, circondato dai campi di mirtillo.
Da quel punto la pendenza diminuisce e, dopo un tratto caratterizzato da un sentiero più largo, ci si ricongiunge nuovamente con la strada principale: percorrendola, si può raggiungere il santuario di Santa Cristina. Da una testimonianza relativa alla stesura del testamento di Galeazzo di Saluzzo – fratello del marchese Federico II, costruttore del castello di Verzuolo – la chiesa era già esistente nel 1367. Nel Cinquecento fu il rifugio spirituale del frate Paolo Turco, che vi condusse una vita da eremita, mentre nei secoli successivi divenne una residenza estiva dell’ordine domenicano saluzzese. Proseguendo sulla strada, si raggiunge infine San Bernard el Vej, una piccola chiesa eretta intorno alla seconda metà del Seicento per un voto fatto dagli abitanti di Piasco, che invocavano protezione per i prodotti agricoli locali. L’epiteto “el Vei” precisa che non si tratta del più celebre San Bernardo di Chiaravalle, abate e teologo cistercense, bensì di Bernardo da Mentone, nato circa 70 anni prima del suo omonimo. Di fronte alla cappella, sotto il portico, è presente una vecchia pietra di confine che aveva il compito di segnare la frontiera tra i possedimenti di Piasco e quelli di Pagno.
Da sempre entrambe le comunità sono devote al culto di San Bernardo, e la scelta di quella figura ha una chiara funzione armonizzatrice tra i due paesi. Per consolidata tradizione, tuttavia, i piaschesi vi celebrano la ricorrenza del santo tutelare della chiesa (el Vei), mentre gli abitanti di Pagno sono soliti aprirla in occasione della festa di San Bernardo di Chiaravalle. A poca distanza, è presente un punto panoramico da cui si può ammirare il circondario: se il meteo è sereno, si scorgono agevolmente il Monviso e la Bisalta, il castello di Castellar e la rocca di Cavour, nonché le Langhe. Durante la discesa, al primo bivio si svolta a destra e si percorre un sentiero che attraversa borgata Trancheri, per poi raggiungere la cappella di Santa Brigida di Piasco, che gode anch’essa di un’ottima prospettiva panoramica. Anche in questo caso, la storia dell’edificio porta con sé una sovrapposizione tra più santi: la cappella viene eretta verso la fine del Trecento e votata al culto di Brigida d’Irlanda, sorella di Sant’Orso di Aosta, ma dal Cinquecento le si sovrappone il culto di Brigida di Svezia. La parte più antica è la cappelletta situata alla destra dell’ingresso, che in epoca medievale fungeva da abside: al suo interno sono presenti alcuni affreschi del Quattrocento che rappresentano Santa Brigida d’Irlanda (priva della parte alta del corpo), affiancata a sinistra da Santa Barbara e Sant’Antonio Abate, e a destra da San Bernardo da Mentone e da un’altra figura con un libro, oggi irriconoscibile. A partire da maggio, la cappella è aperta tutte le domeniche estive.
Il percorso prosegue poi, con una pendenza decisamente più dolce fino a San Bernardo di Verzuolo, una chiesa semplice e ricca di storia circondata da campi di erbe aromatiche. Le prime notizie risalgono al 1633, e raccontano come l’edificio, in stile barocco, venne riparato e mantenuto a spese degli abitanti del luogo, che tenevano molto all’idea di avere un sacerdote locale. Di qui si può rientrare nel centro cittadino verzuolese, concludendo l’itinerario ad anello.