Un lungo tragitto dove vengono scandite le tappe della preghiera dedicata alla Madonna è il percorso devozionale di circa sei km che collega Mondovì Piazza al Santuario Regina Montis Regalis. Noto anche come Via delle cappelle, è praticabile in ogni stagione e presenta un cammino dove si snodano le processioni votive di Mondovì in occasione dell’Ascensione e della celebrazione della Natività di Maria. Dalle 14 cappelle, dove sono rappresentati i misteri del rosario, si giunge per la via più breve all’ultima tappa del percorso devozionale, la quindicesima, rappresentata dal Santuario. L’idea di questo splendido esempio di arte barocca nacque nel 1682 con la rifioritura della venerazione per la Madonna di Vico che in quell’anno, portò alla prima incoronazione della Regina del Monte Regale.
L’iniziativa su tre tappe fu sostenuta economicamente anche dalle famiglie di Fiamenga (1682/1689). Dopo due secoli di pausa il progetto della “Via delle cappelle del Santo Rosario” venne ripreso e rilanciato dal vescovo Tommaso Ghilardi (1842/1873), sul modello del Sacro Monte di Varese. Il suo successore, il vescovo Placido Pozzi, proseguì edificando cinque tempietti d’ispirazione neoclassica. La continuità dell’impresa fu minata dalle difficoltà economiche e nel primo decennio del ‘900 furono eretti solo tre piloni votivi e nell’anno giubilare 2000 nei siti non edificati vennero poste croci commemorative. Tre i temi che accompagnano il viaggio delle cappelle: i misteri della gioia, del dolore e della gloria. Oggi “La Via delle cappelle” rientra nel petalo arancione del Sentiero Landandè.
Si parte dalla cattedrale di Mondovì, dedicata a San Donato, opera dell’architetto Francesco Gallo. Scendendo verso piazza Maggiore si arriva al secondo edificio sacro: la chiesa di San Francesco Saverio, detta La Missione, i cui spazi contengono l’abilità pittorica di Andrea Pozzo. Si prosegue sulla sinistra scendendo in via Vico e poi su via Santa Croce, dove si trova la cappella omonima che nonostante l’esterno anonimo ospita al suo interno affreschi sorprendenti dove è possibile ammirare una rarissima “croce brachiale”. La cappella è visitabile tutti i giorni grazie all’apertura automatica di “Chiese a porte aperte”.
Andando avanti si esce da Mondovì e le case lasciano il posto ai campi e a un marciapiede delimitato da alberi. La prima cappella dedicata ai misteri della gioia, nel particolare all’Annunciazione, si trova a un bivio e da qui si scende a destra. Dopo alcuni piloni e croci nei punti dove sarebbero dovute essere edificate altre cappelle si trova quella dedicata al ritrovamento di Gesù. Tagliando la salita grazie alla scalinata tra la boscaglia dal retro della cappella si arriva fino al tempietto dedicato al primo dei misteri del dolore. Dopo poco si trova il secondo tempietto, sul lato opposto della strada e imboccando la via sulla sinistra ecco apparire il terzo. Raggiunta regione Fiamenga, sulla sinistra si trova la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, edificio più antico della zona in cui sono custoditi splendidi affreschi. Rientrati nel centro abitato si scende su via Trombetta e a destra si può scorgere l’unica cappella superstite del nucleo secentesco, quella della Pentecoste per poi scorgere più avanti il punto di arrivo con il Santuario della Regina Montis Regalis.