Sulla morte di un 13enne, annegato nel fiume Tanaro lo scorso aprile, la procura dei minori di Torino ha aperto un’inchiesta e ha accusato di omicidio volontario un altro ragazzo, poco più grande.
I fatti risalgono al 22 aprile a Verduno, dove un gruppo di quattro ragazzi stava trascorrendo un pomeriggio al fiume. A un tratto, uno di questi, di nome Abdou Ngom, è caduto in acqua ed è scomparso, trascinato dalla forte corrente del fiume ingrossato dai giorni di pioggia precedenti. Inizialmente, la pista investigativa era diretta verso un incidente, ma dalle indagini sono emersi altri elementi, per esempio il debito di 50 euro che la vittima aveva nei confronti di uno degli amici, quello che ora è indagato; secondo la ricostruzione della procura, l’amico avrebbe spinto in acqua Abdou, che aveva anche urlato di non saper nuotare. Le accuse nei confronti del 15enne sono di omicidio volontario con dolo eventuale; il dolo eventuale è quel caso in cui una persona non intende di principio commettere un delitto, ma agisce comunque accettando le conseguenze, che reputa altamente probabili ma non certe.
La difesa del 15enne accusato di omicidio ha contestato questa sequenza di fatti, intanto i cellulari dei tre amici sono stati sequestrati per verificare lo scambio di messaggi successivo alla morte del 13enne. La sentenza, di primo grado, deve ancora essere pronunciata e arriverà nei prossimi mesi.