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Venerdì 1 agosto 2025

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Bicicletta in rosa

Per le donne la rivendicazione e la conquista della parità viaggia su due ruote

La Guida - Bicicletta in rosa

C’è un certo alone di anarchia nella bicicletta. Ne è convinta l’autrice allorché si appresta a tratteggiare la storia della presenza femminile sulle due ruote. Ed è lo spirito che aleggia ovunque nel libro da quando lei ha superato il pregiudizio adolescenziale della bicicletta come “roba da vecchia” e viene conquistata da questo mezzo sinonimo di libertà, di conquista, come afferma apertamente il titolo.

Tutta la prima parte è dedicata a percorrere il lungo cammino delle donne per appropriarsi della bicicletta sempre ritenuta un affare da uomini. La storia della bici dialoga con la storia del costume e dell’emancipazione femminile tra pregiudizi, ignoranze e una buona dose di proclamata superiorità maschile. È, afferma l’autrice, storia “di azioni di rottura, attraverso le quali alcune donne cominciano a farsi strada tra divieti e stereotipi per coltivare le proprie ambizioni”.

Sono pagine in cui si ricordano i ripetuti richiami alla moralità, alla decenza provenienti sempre da voci maschili. Il desiderio di salire sul seggiolino trova una sponda nelle nuove mode con l’uso dei pantaloni, spesso oggetto di battute pronte a ridicolizzare, ma il cammino è ancora lungo perché deve confrontarsi anche col ruolo sociale della donna.

La bicicletta rimane per decenni un mezzo riservato a poche sia per questioni economiche sia per la posizione sociale che possa permettere una certa superiorità di fronte alle critiche. Il ciclismo al femminile però si fa strada. La regina Vittoria d’Inghilterra s ne compra due esemplari, Margherita di Savoia ha esemplari progettati appositamente ed è la prima a iscriversi al Touring Club Ciclistico. Poi c’è Marie Curie che fa il viaggio di nozze in bici o Sarah Bernhardt che ne diventa testimonial pubblicitario.

Oltre ai fatti di costume, l’autrice naturalmente ricorda il ruolo della bicicletta al femminile durante la Resistenza e lo sviluppo, sempre in salita è il caso di dirlo, dell’agonismo da quando nel 1924 un’atleta partecipa al Giro d’Italia.

La seconda parte guarda all’oggi. Le due ruote femminili sono diventate non solo mezzo di trasporto comune, seppur non sempre rispettato, ma anche strumento che soddisfa le esigenze del tempo libero senza contare il riconosciuto ruolo sportivo anche in campo sportivo.

La strada si conquista

di Manuela Mellini

Editrice Capovolte

euro 14

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