È tornato indietro al giudice di primo grado del tribunale di Cuneo il processo per disturbo della quiete pubblica a carico di M.S. la proprietaria del bar da Mirella di piazzale della Libertà a Cuneo, accusata insieme a C.J., ( ormai) ex titolare del locale Chicken’s King di via Silvio Pellico, in seguito alla denuncia presentata nel settembre del 2021 da un gruppo di residenti della zona. Le lamentele riguardavano i rumori, la musica a volume alto e gli schiamazzi che i locali e la loro clientela producevano fino a notte inoltrata, impedendo un normale riposo agli inquilini che abitavano nei pressi dei due locali. Al termine della corposa istruttoria la titolare del Chicken’s King era stata condannata ad 1 mese di arresto per il disturbo della quiete pubblica, in base alle testimonianze dei residenti che avevano parlato di continui schiamazzi e musica ad alto volume proveniente dal locale praticamente tutti i giorni e in particolare modo nei fine settimana quando c’era un maggiore afflusso di clienti. La titolare del bar Mirela era stata invece condannata per il disturbo recato ai residenti in occasione delle serate karaoke organizzate nel suo locale, ma delle 15 serate di cui era stata data comunicazione al Comune tramite Pec, solo in 2 casi ( il 5 giugno e il 17 luglio del 2021) mancava anche la S.C.I.A., modulo di comunicazione di pubblico spettacolo e deroga all’impatto acustico, fatti per i quali era già stata sanzionata dalla Questura e dalla Polizia Locale. Proprio riferendosi a questi due episodi, il giudice aveva quindi condannato M.S. al pagamento di 150 euro di ammenda, rinviando al giudice civile la decisione in merito al risarcimento delle parti civili. Mentre il ricorso della titolare del Chicken’s King è pendente in Corte d’Appello, il ricorso in Cassazione ( previsto nei casi di ammende pecuniarie) contro la pena decisa in primo grado per M.S., ha portato all’annullamento della sentenza per vizio di motivazione. Di fronte ad un nuovo giudice si è svolta quindi l’udienza in cui l’avvocato di difesa Aldo Serale ha riproposto la richiesta di oblazione già presenta in occasione del primo giudizio, richiesta cui per economia processuale non si è opposta l’accusa, che in precedenza aveva chiesto l’assoluzione per entrambe le imputate, ma a cui si è opposto l’avvocato Claudio Massa in rappresentanza dei residenti che avevano sporto denuncia, in quanto presenta tardivamente dalla difesa. La richiesta è invece stata accolta dalla giudice e fissata nella somma di 154 euro.