Eravamo tutti con il fiato sospeso e in tanti pensavamo che Israele non avrebbe attaccato l’Iran. I negoziati sul nucleare iraniano erano in corso con gli Stati Uniti e la speranza era che la voce della diplomazia, anche se difficile, non sarebbe stata interrotta da quella delle armi.
Ed invece è successo: nella notte tra il 13 e il 14 giugno, Israele ha dichiarato guerra all’Iran e gli Stati Uniti, dopo alcuni giorni di tentennamenti che non ingannavano nessuno e con la solita retorica di un Presidente che definisce la sua politica “la pace con la forza” e la minaccia, ha fatto alzare in volo i suoi bombardieri B2 Spirit e li ha mandati a bombardare i siti nucleari in Iran. Un massiccio intervento militare che lo stesso Trump ha definito un “successo spettacolare”, per la “totale distruzione dei siti” e al quale ha fatto eco, con le stesse parole, il primo Ministro israeliano Netanyahu.
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato all’edizione digitale de La Guida.
Abbonati qui