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Martedì 24 giugno 2025

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Ex Policlinico, abbandono e degrado ma la firma e i lavori si allontanano ancora

Il piano di recupero è stato approvato nel 2022 ma dopo tre anni slitta ancora la firma della convenzione necessaria per l'avvio dei lavori: “Il privato ci ha fatto avere notizia di non voler procedere personalmente alla firma”

Cuneo

La Guida - Ex Policlinico, abbandono e degrado ma la firma e i lavori si allontanano ancora

Nonostante il piano di recupero approvato nel 2022, si allontanano ancora i tempi per l’avvio dei lavori di demolizione e ricostruzione dell’ex policlinico.

Il proprietario dell’immobile ha infatti comunicato al Comune di non avere intenzione, al momento, di firmare la convenzione che di fatto rappresenta l’ultimo passo per poter avviare il cantiere nell’edificio in corso Dante, vuoto e inutilizzato da più di quarant’anni. La firma è attesa ormai da quasi tre anni, ma, come ha spiegato lunedì sera in consiglio comunale l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Spedale, “il proponente del piano di recupero per il tramite dei suoi tecnici incaricati ha fatto avere notizia a voce, al nostro settore, dell’intenzione di non voler procedere personalmente alla firma della convenzione. Questo può significare che intende aspettare una congiuntura economica più favorevole di quella attuale, oppure, e questa è solo un’ipotesi, potrebbe essere anche il prologo a una possibile vendita dell’immobile e del progetto così come approvato”.

Nemmeno il cambio di destinazione d’uso, approvato nel 2017 dopo anni di richieste e polemiche, è quindi ancora riuscito a sbloccare la situazione di un edificio che continua a essere un esempio di degrado e abbandono nel cuore del quartiere Cuneo centro.

Il successivo piano di recupero presentato dal privato nel 2019, con il via libera del Comune nel 2022, prevede che la demolizione dell’edificio per fare spazio a un nuovo edificio di sette piani, perlopiù con destinazione residenziale. Da quel momento in poi, però, tutto è fermo in attesa della firma della relativa convenzione con il Comune.

In un primo momento il rinvio è stato motivato dall’attesa per la legge regionale in materia semplificazione urbanistica ed edilizia, che avrebbe consentito un ampliamento del nuovo edificio, ma che è stata impugnata dal governo per la legittimità costituzionale di alcuni articoli e poi è stata stoppata definitivamente dalla Corte costituzionale.

Anche dopo la sentenza, però, la firma della convenzione continua a non arrivare e la questione è tornata lunedì sera sui banchi del consiglio comunale con un’interpellanza presentata da Paolo Armellini (Indipendenti).

“Il recupero di quell’edificio è un’opera essenziale alla riqualificazione del quartiere e questo ritardo non è normale – ha detto il consigliere di opposizione – Questa è una storia infinita, non possiamo non rimarcare che ormai da decenni il fabbricato versa in condizioni di degrado tali anche da intaccare l’esterno dell’edificio. Anche l’area verde di pertinenza del policlinico è abbandonata in modo tale da essere inaccessibile, in un ambiente che trasuda degrado. È importante fare qualcosa come autorità sanitaria locale e chiedo alla sindaca quale iniziative vuole prendere nell’immediato”.

Giuseppe Lauria ha ricordato la sua opposizione al cambio di destinazione d’uso dell’edificio da socio assistenziale a residenziale (“Ci venne spiegato che era necessario: abbiamo trasformato quella che era una 500 in una Ferrari in mano a un privato, ma dopo dieci anni non è cambiato niente”), mentre Ugo Sturlese ha chiesto interventi al Comune: “Per noi non è stato un grande affare questa trasformazione in edificio residenziale, perché siamo fermi lì. Credo non sia accettabile che uno si compri uno stabile e lo lasci lì fino a che non trova conveniente di riutilizzarlo, pur avendo avuto notevoli vantaggi”.

A fare il punto della situazione è stato l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Spedale, che ha informato il consiglio comunale della comunicazione del privato di non voler procedere alla firma della convenzione e ha confermato l’intenzione del Comune di arrivare al recupero dell’immobile: “Ovviamente si deve però trovare la disponibilità del proprietario a firmare la convenzione ed effettuare i lavori. Stiamo anche verificano le modalità per intraprendere le necessarie azioni per avviare un contradditorio con il proponente, fino ad arrivare, se necessario, alla conclusione e archiviazione del piano di recupero, che porterebbe però a dover ripartire da capo con l’iter e non risolverebbe comunque i problemi di degrado dell’immobile”.

Per gli interventi di manutenzione esterna, invece, il Comune ha emanato negli anni scorsi un’ordinanza che imponeva l’attuazione di alcuni interventi per prevenire il deterioramento dell’immobile fronte marciapiedi: “L’ordinanza è stata ottemperata. Per quanto riguarda le altre aree esterne, compresa l’area verde, il comando della Polizia locale sta programmando gli opportuni controlli per verificare che siano rispettate le condizioni minime previste”.

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