Si è concluso con due condanne il processo ai fratelli M. C. e V. C., accusati di aver rubato il portafogli a un amico di famiglia e poi di aver speso circa 1.400 euro utilizzando indebitamente il bancomat che vi era contenuto, a Villanova Mondovì. Secondo l’accusa l’uomo, che per anni aveva avuto una relazione con la madre dei due fratelli, aveva avuto una discussione con la donna e forse aveva manifestato l’intenzione di “chiudere i rubinetti” alla famiglia; di qui la decisione “punirlo” introducendosi a casa sua per rubargli il portafogli. Il mattino dopo madre e figli si recarono al centro commerciale di Mondovicino e mentre la madre faceva la spesa al supermercato i due fratelli fecero acquisti piuttosto cari con il bancomat della vittima: una collana, scarpe e altri capi di abbigliamento, per un totale di 1.400 euro. A carico del 22enne M. C. gli inquirenti avevano trovato le immagini delle telecamere stradali che lo riprendevano vicino alla casa della vittima la sera del furto e la testimonianza del fratello della vittima che abitava al piano di sopra e che lo aveva riconosciuto fuori dall’appartamento. “Dopo la discussione telefonica ci eravamo recati tutti e tre a casa di un amico comune dove si trovava P. G., per chiarire la cosa”, aveva detto l’imputato nel corso dell’ultima udienza prima della discussione; “le telecamere ci hanno ripreso perché per salire a casa di questo amico si passa davanti a casa di P. G.”, aveva concluso il giovane. Il giovane ha poi riferito che era stata la sorella a pagare con il bancomat della vittima del furto, senza però dire nulla su come la ragazza sarebbe entrata in possesso del portafogli. Il giovane imputato ha solo detto che dopo quegli acquisti, telefonò a P. G. per prendere un appuntamento e restituirgli il portafogli: “Non ho detto prima queste cose perché temevo per le conseguenze che questa storia potesse avere su mia sorella che ha due figli”. Al termine della discussione il pubblico ministero Alessandro Borgotallo ha chiesto la condanna per i due fratelli e l’assoluzione per il marito di lei che l’istruttoria aveva evidenziato essere estraneo ai fatti contestati. Per M. C. invece, accusato del furto in casa, ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione e 1.200 euro di multa, mentre ha chiesto la condanna a tre anni e 1.500 euro di multa per la sorella. Per la difesa invece la deposizione dell’imputato era stata genuina, assumendosi inizialmente la responsabilità del fatto per tutelare la sorella, rilevando anche che in udienza era stata la vittima stessa ad aver perdonato i due ragazzi che considerava come figli e ad aver continuato a frequentarli. L’assoluzione richiesta per M. C. e la non procedibilità per V. C. per l’utilizzo del bancomat per tenuità del fatto non sono però state accolte dalla giudice che ha condannato il ragazzo a quattro anni e 927 euro di multa e V. C. a due anni e nove mesi di reclusione sostituibili con pene alternative.