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Venerdì 4 luglio 2025

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Stop ai diesel Euro 5, la battaglia è ora tra Governo ed Europa

Salvini promette un emendamento per evitare il blocco, appoggiato da Piemonte, Veneto e Lombardia

Cuneo

La Guida - Stop ai diesel Euro 5, la battaglia è ora tra Governo ed Europa
Sembra che l’Italia vada verso un rinvio del blocco per i diesel Euro 5. Il divieto che dovrebbe scattare dal 1° ottobre in Piemonte ma anche in Emilia Romagna, Lombardia e Veneto e che sta preoccupando aziende e famiglie che sarebbero alle prese con i divieti di circolazione nei centri abitati, sembra in discussione in un braccio di ferro tra Italia e Europa. In provincia di Cuneo significherebbe lo stop a 135.000 auto e 12.000 solo a Cuneo.
A fare scudo è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che ha ribadito “l’intenzione di inserire nella legge di conversione del decreto infrastrutture un emendamento per evitare il blocco dei veicoli diesel Euro 5 attualmente previsto dal 1° ottobre, aprendo anche alla possibilità di individuare misure alternative che garantiscano analoghi effetti sulla qualità dell’aria senza bloccare le auto, penalizzando famiglie e imprese”.
Anche i presidenti delle Regioni Piemonte, Alberto Cirio, Lombardia, Attilio Fontana, e Veneto, Luca Zaia, in una nota congiunta, si schierano al fianco del ministro, in merito alla necessità di prorogare il blocco alla circolazione delle auto che rientrano nelle categorie oggetto del provvedimento restrittivo imposto dalla Commissione europea. Un provvedimento che riguarda, oltre le tre regioni governate dal centrodestra, anche l’Emilia-Romagna di Michele de Pascale.

Cirio aveva da sempre sperato e spinto per un’iniziativa del Governo, anche perché non voleva incorrere come è avvenuto per il suo predecessore Seergio Chiamparino con l’assessore cuneese Alberto Valmaggia, e i ultimi due sindaci di Torino, Piero Fassino e Chiara Appendino finire nei guai proprio sul tema dello smog. Tutto è finito con il proscioglimento. Ma ora il confronto è tra Italia e Commissione Europea che non ha fatto altro che rispondere con le nuove restrizioni alle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea, che nel 2020 aveva condannato l’Italia per la violazione continua dei limiti di inquinamento atmosferico del particolato pm10.

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