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Giovedì 26 giugno 2025

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Le prime due opere saluzzesi del “Maestro d’Elva”

“Madonna della Misericordia” in Casa Cavassa e il polittico dedicato ai santi locali nel duomo

La Guida - Le prime due opere saluzzesi del “Maestro d’Elva”

A livello cronologico, la prima opera saluzzese attribuibile con certezza al “Maestro d’Elva” Hans Clemer è la grande pala di Casa Cavassa che raffigura la “Madonna della Misericordia”, realizzata tra il 1499 e il 1500. Da molti considerata il suo capolavoro, l’opera riprende modelli provenzali che l’autore dà prova di conoscere molto bene (il suo nome, del resto, compare in un documento proprio ad Aix en Provence), ma li rielabora con colori molto più luminosi e con un marcato realismo nella ritrattistica. Al centro del dipinto è presente una Maria dal volto pallido e dai tratti rinascimentali che allarga il mantello e avvolge i committenti del dipinto, quasi confusi tra gli altri personaggi in segno di umiltà: a sinistra compare il marchese Ludovico con i suoi dignitari, e a destra Margherita con il piccolo Michele Antonio.

Del medesimo biennio è pure il polittico dedicato ai santi nel duomo di Saluzzo, con ogni probabilità composto quando la cattedrale era ancora in fase di costruzione, ma già consentiva la celebrazione della Messa: il dipinto raffigura con tratti rinascimentali sia il martirio di San Sebastiano sia i santi locali Chiaffredo e Costanzo, protettori del marchesato saluzzese. Tra le varie scene, ce n’è una in particolare che consente di datare l’opera e di contestualizzarla nello scenario politico del tempo: il conferimento a Ludovico II del collare dell’ordine di San Michele da parte del re di Francia Carlo VIII, riconoscimento che testimonia lo straordinario prestigio di cui doveva godere il marchese. Nei primi anni del Cinquecento, queste prime opere garantiranno al pittore fiammingo una grande popolarità a Saluzzo, e gli assicureranno molte altre commissioni sia da parte della marchesa reggente Margherita de Foix-Candale che di altri esponenti della nobiltà cittadina, come il vicario Francesco di casa Cavassa e i nobili Dalla Chiesa di Isasca.

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