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Lunedì 2 giugno 2025

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La Corale La Baita festeggia 75 anni con un concerto in Sant’Ambrogio

Sabato 7 giugno, alle 21, un appuntamento per celebrare l'importante traguardo raggiunto

Cuneo

La Guida - La Corale La Baita festeggia 75 anni con un concerto in Sant’Ambrogio

La corale La Baita del Cai di Cuneo festeggia 75 anni di fondazione con un concerto in programma sabato 7 giugno, alle 21 in Sant’Ambrogio; ad esibirsi insieme a lei il gruppo corale La Reis.

L’atto costitutivo fu sottoscritto il 20 giugno 1950 da dodici coristi/soci fondatori: Aime Giorgio, Aime Giovanni, Bertaina Giovanni, Boglione Vittorio, Canavese Giuseppe, Chiarpenello Giovanni, Cussino Franco, Magri Benito, Marabotto Giovanni, Perucca Fiorenzo, Serale Lorenzo e Valzoano Giovanni. Canavese Giuseppe, l’ultimo ancora in vita, ha da poco compiuto cento anni, gode di ottima salute e, tutte le volte che riesce, va ai concerti della corale per cantare e continua a commuoversi all’ascolto dei vecchi brani.

Il primo maestro a guidare il coro fu Nino Marabotto: con lui i coristi, prendendo i primi canti dal repertorio classico di montagna (molti dei quali provenienti dal già allora famoso coro SAT di Trento), fecero la prima uscita pubblica alle Terme di Valdieri in Valle Gesso il 15 ottobre 1950 per la castagnata del CAI.

Fin da subito ci si accorse che era però necessario dare ordine ai canti e alle voci, non bisogna dimenticare che i componenti erano quasi del tutto digiuni di conoscenze musicali. Si decise pertanto di rivolgersi ad un giovane sacerdote, curato dalla Cattedrale di Cuneo, sufficientemente preparato in ambito musicale: don Ugo Bessone. Don Ugo si dedicò con entusiasmo alla Baita e mise ordine alle partiture. La corale cominciò così a cantare dapprima a tre poi a quattro voci e si esibì, questa volta in maniera “ordinata”, per la prima volta davanti al numerosissimo pubblico del Cinema Italia di Cuneo (costituito in parte anche dai molti alpini della caserma Cesare Battisti) alla Vigilia di Natale del 1950. Questa prima prova andò decisamente bene, gli uditori furono entusiasti e il successo ottenuto incoraggio il coro a proseguire nella sua attività.

La Baita negli anni successivi iniziò ad allargare i propri orizzonti e cominciò ad ampliare il suo repertorio attingendo al vasto bacino di canti della Provincia di Cuneo e del Piemonte. L’esperienza di don Ugo Bessone alla guida della Baita si concluse dopo poco tempo, quando il sacerdote venne nominato cappellano militare. Nonostante il breve periodo la sua direzione lasciò il segno; il coro tornò quindi nelle mani di Nino Marabotto.

Nel 1954, intanto, la Baita si dotò di una nuova divisa sociale disegnata personalmente dal maestro (che eran anche artista e pittore): gilet – bordato con la ganso verdo, una striscia di panno verde – e pantaloni in velluto a coste. Marabotto riprese questo abito da una stampa di fine ‘800 raffigurante i cartoné, i carrettieri che trasportavano merci attraverso il Colle di Tenda fra il Cuneese e la Costa Azzurra. A chiudere al collo la camicia bianca, un laccio da scarpone di colore diverso identifica le quattro voci: blu per i tenori primi, giallo per i tenori secondi, rosso per i baritoni e verde e bassi. La prima uscita della corale con la nuova divisa fu il 14 maggio 1954 al rifugio Capanna Chiara sui monti sopra Limone.

Gli anni ’50 furono caratterizzati, come già accennavamo, da una capillare ricerca nelle vallate e nella pianura cuneese di canti originali e mai sentiti o poco diffusi. Da questa variegata tradizione popolare in piemontese (lingua della pianura) e in occitano/provenzale (lingua delle valli) uscirono gli oltre ottanta brani che compongono il repertorio proprio della Baita. La corale è particolarmente fiera dell’azione culturale di salvaguardia (ed attuale diffusione) operata nel corso della seconda metà del secolo scorso dai propri coristi che percorrevano le strade del Cuneese armati di piccolo registratore a nastro alla ricerca di nuove canzoni.

Il repertorio ha portato alla registrazione di ben 5 dischi LP e 7 altre incisioni tra audiocassette e CD. Il primo dei dischi LP, uscito nel 1964, portava il titolo programmatico di Canti Cuneesi e vedeva al suo interno due brani che negli anni sono diventati un po’ simbolo della Baita: Corno Stella e la Ciòca del Bambin. La particolarità di questi brani è che non vennero ritrovati, ma scritti direttamente da coristi: il primo fu opera di Giuseppe Mamone (datato precisamente 11 marzo 1952), il secondo con musica di Nino Marabotto e parole di Arcangelo Sacilotto; entrambi i canti sono molto conosciuti e col tempo sono diventati patrimonio anche di altri cori.

Nel 1971 il maestro Marabotto lasciò definitivamente la corale che da quel momento, e fino al 1974, venne diretto da Cino Cagliero. Dalla fine del 1974 assunse il ruolo di maestro Piero Costamagna, originario di Mondovì, che condusse il coro con immenso entusiasmo per più di dieci anni, arricchendo il repertorio con antichi canti del monregalese. Nel 1985 Costamagna lasciò la direzione senza però abbandonare il coro, rientrando come tenore secondo; gli subentrò Modesto Cometto, ottimo arrangiatore che riprese numerosi canti dando loro nuova veste e nuova interpretazione. Negli stessi anni la Baita ha iniziato una preziosa collaborazione, ancora attiva, col maestro Giuseppe Cappotto compositore e arrangiatore cuneese. Modesto Cometto diresse la Baita fino al 1998 quando subentrò il nuovo maestro Giuseppe Maltagliati, diplomato in Conservatorio e insegnante di musica alle scuole medie: la sua direzione si interromperà solo nel 2022, risultando essere la più lunga della storia della corale.

A Maltagliati subentra l’attuale maestro Flavio Becchis che con le sue competenze musicali e le sue enorme esperienza di direzione di cori ha saputo dare una nuova impronta alla Baita. L’avvento del maestro Flavio ha portato un nuovo entusiasmo in tutti i coristi e, passato il terribile periodo della pandemia covid, questa nuova atmosfera ha fatto sì che, quasi per incanto, fra il 2023 ed il 2024 siano entrati a far parte del coro ben nove nuovi coristi (alcuni dei quali veramente molto giovani!) capaci e motivati, insomma, dei veri “tipi da Baita”.

 

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