Il piccolo Comune di Ostana, oramai conosciuto a livello nazionale per il suo progetto di rigenerazione e di ripopolamento della montagna, è nuovamente ospite alla Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, inaugurata il 10 maggio, con l’edificio La Mizoun de la Villo, che accoglie la “Scuola di O” gestita dalla cooperativa di Comunità Viso a Viso e il laboratorio artigianale “Quel Po di Pan”.
Non è la prima volta che Ostana viene invitata alla Biennale: alcuni suoi progetti architettonici erano in mostra già nell’edizione del 2018 prima e del 2021 poi.
Un risultato davvero molto lusinghiero, che come afferma il sindaco Giacomo Lombardo, “dà conto dell’importanza e della qualità del progetto di rigenerazione del paese, da molti considerato un vero e proprio laboratorio di architettura alpina contemporanea”.
Antonio De Rossi, professore del Politecnico e autore della Mizoun de la Villo insieme a Massimo Crotti e Luisella Dutto, sottolinea come “la presenza di un paese di 50 abitanti per ben tre edizioni della Biennale, che raccoglie progetti di qualità provenienti da tutto il mondo, rappresenti un esito straordinario, e probabilmente un caso davvero unico”.
L’edificio in pietra e legno, con le grandi vetrate della “Scuola di O” affacciate sul Monviso, si trova nella borgata capoluogo di Ostana, in occitano “La Villo”.