Sono nove i beni culturali ecclesiastici visitabili in autonomia sul territorio di Langhe e Roero grazie al progetto “Chiese a porte aperte”.
Confraternita di Santo Spirito
Sulla collina di Castagnito sorge la chiesa di Santo Spirito, edificata nella prima metà del Settecento su disegno di Giovanni Carelli. La struttura, in realtà, ha origini più antiche: nel catasto del 1509 è già segnalata la presenza di una Confraria Sancti Spiritus, nata come forma di mutuo soccorso, poi trasformata tra il 1568 ed il 1576 in Oratorio dei Disciplinanti. All’interno si possono ammirare tre altari,che evocano la presenza di compagnie laicali maschili e femminili. Il maggiore, curato alla Confraternita dei Battuti Bianchi, riporta l’intitolazione della chiesa ed è sormontato da una pala raffigurante la Discesa dello Spirito Santo di autore ignoto (1658), probabilmente già presente nel precedente oratorio. L’opera, che risponde ai temi della Controriforma, rappresenta simbolicamente al centro la Madonna, madre di tutti gli apostoli che le stanno intorno, tra cui spicca san Giovanni Evangelista, intento a scrivere l’evento di cui è testimone. Sullo sfondo, due confratelli, abbigliati col saio dal cappuccio bianco e cinti dal flagello, forse in rappresentanza della Compagnia committente del dipinto, sono inginocchiati in venerazione del crocifisso e irraggiati dalla luce che emana dall’alto la colomba bianca. Gli altari laterali sono invece dedicati a Sant’Anna e a Sant’Elisabetta d’Ungheria, ornati l’uno da una tela settecentesca con Sant’Anna, San Gioachino e la Madonna bambina e l’altro da Sant’Elisabetta e Santa Rita da Cascia opera di Rodolfo Luigi Morgari (1887). Entrambi sono incorniciati da una decorazione ad affresco trompe l’oeil realizzata tra il 1770 ed il 1779 dal quadraturista Giuseppe Gallo Barelli, collaboratore di Operti e Milocco.
Le volte furono affrescate nel 1755 dal pittore astigiano Giuseppe Antonio Laveglia, con lo Spirito Santo, angeli musicanti e i quattro Dottori della Chiesa.
Cappella del Santissimo Crocifisso
Nell’ambito della residenza castellata di Magliano Alfieri è possibile visitare la Cappella del Santissimo Crocifisso, accessibile sulla facciata est del maniero e mirabile esempio di Barocco maturo. Il castello, collocato in posizione dominante sulla valle del Tanaro, fu costruito su una preesistente fortezza medievale, su commissione del conte Catalano Alfieri (1602-1674), generale di Carlo Emanuele II caduto in disgrazia durante la guerra fra i Savoia e la Repubblica di Genova. L’opera fu poi portata a compimento dal figlio Carlo Emanuele (1643-1691), nella seconda metà del Seicento. Massiccia ed imponente, la costruzione presenta un’architettura prettamente barocca, con due torri rotonde angolari che racchiudono i tre corpi centrali. L’ingresso principale si trova sul fronte nord dove, attraverso un portale ligneo con coronamento in arenaria, si accede al piano nobile.
Cappella di San Rocco
Lungo la strada provinciale di Mombarcaro, su un poggio che domina la piana coltivata circostante, sorge la cappella di San Rocco, databile presumibilmente al XV secolo. Il sito offre un’ampia veduta sul paesaggio circostante, con affaccio sul Monviso a sinistra e sul Monte Rosa, visibile a destra.
Rimaneggiata nel corso dei secoli e più volte utilizzata come lazzaretto, la cappella presenta un esterno semplice con struttura porticata antistante, mentre all’interno conserva splendidi affreschi di Antonino Occello da Ceva, pittore di area monregalese nato ad inizio Cinquecento. Sulla parete absidale sono raffigurati alcuni dei Santi più venerati in Langa, che incorniciano l’altare: Sant’Antonio Abate, ai cui piedi si trova un cinghiale in miniatura; San Michele Arcangelo; San Bernardo d’Aosta; San Rocco, dedicatario della cappella; San Sebastiano. La parete destra, invece, integralmente coperta da affreschi, è articolata in tre registri: in quello in alto, è raffigurato il martirio di San Sebastiano, posto sullo sfondo di un paesaggio collinare che ricorda quello delle Langhe. In quello centrale, organizzato in quattro scene, vi sono la Trinità, le tentazioni di Sant’Antonio Abate, il miracolo di Santo Domingo della Calzata; un santo non identificato con in mano un mazzo di frecce. Infine, in basso, è raffigurata la Cavalcata dei Vizi: i sette vizi capitali sono impersonati da altrettante figure umane, che cavalcano animali simbolici.