“L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno”.
Le parole del messaggio pasquale di Papa Francesco sono quelle che Monsignor Heinrich Weiss e l’artista Franz Hammerle hanno ripreso durante la cerimonia di inaugurazione della stele donata dalla comunità di Schondorf a Boves. “Pietra luminosa per la Pace”, rappresenta uno dei concreti segni dell’amicizia fra le due comunità, da alcuni anni in cammino insieme verso la riconciliazione. La cerimonia si è svolta venerdì 25 aprile, data significativa della liberazione dal nazionalsocialismo e dal fascismo.
Il sacerdote tedesco ha voluto ricordare alcuni momenti come tappe fondamentali del percorso intrapreso da Boves e Schondorf. Con una veloce carrellata Weiss ha citato due momenti importanti del 2013, la ricezione in Germania, della lettera proveniente da Boves (20 marzo 2013) e il primo incontro avvenuto in Baviera il 4 ottobre dello stesso anno. Ha poi ricordato il momento della traslazione delle salme di don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo nella chiesa parrocchiale (26 aprile 2016), la cerimonia di beatificazione dei sacerdoti martiri (16 ottobre 2022) e la consegna delle reliquie di parroco e curato alla chiesa di Sant’Anna in Schondorf (7 maggio 2023).
“Oggi – ha detto Weiss in un bell’italiano – aggiungiamo un’altra pietra alla strada comune. Pietra luminosa è un ringraziamento per l’amicizia ma anche speranza pasquale affinché la luce della vita risplenda sulla morte. La testimonianza di don Bernardi, don Ghibaudo e Vassallo mostra che hanno resistito alla forza del diavolo. Non sono le tenebre della morte ad avere il potere ma la luce. L’Angelo che appare alle donne accorse al sepolcro, indica il sole di Pasqua e la luce liberatrice”.
“Il discorso espresso dal Papa a Pasqua – ha aggiunto Hammerle, ideatore della stele – è scolpito nella pietra in modo pittorico. Un elemento attuale anche per coloro che oggi sopprimono e distruggono la vita”. La parte inferiore dell’opera ricorda il massacro di Boves con case bruciate, gente in fuga e vittime. Al centro, un tondo sottile e traslucido, consente alla luce di passare come il sole che sorge la mattina di Pasqua. Il sudario ricorda la risurrezione di Cristo mentre sul retro è stato raffigurato un angelo, messaggero di pace. Una mano indica la direzione del sole di Pasqua, facendo riferimento al messaggio pasquale in cui Gesù dona al mondo la vera pace.
Piergiorgio Peano, presidente dell’Associazione don Bernardi e don Ghibaudo, ha sottolineato l’importanza della data del 25 aprile, momento di affrancamento dalla schiavitù delle dittature. Ha poi ricordato come il cammino di riconciliazione sia partito già il 19 settembre 1943. “Ricordiamo il gesto di don Bernardi – ha sottolineato Peano – che, già ostaggio del comando tedesco e consapevole di quello che sarebbe stato il suo destino, va a pregare e benedire il soldato Steinmetz ucciso nello scontro di mezzogiorno. E’ questa la prima pietra del cammino su cui oggi ci troviamo. Una pietra che poggia sicura sulla roccia del perdono di Dio”. Nel suo intervento non è poi mancato il riferimento al primo incontro avvenuto a Schondorf e il ringraziamento alla delegazione presente (Helga, Andrea, Marius, Erich). Il grazie è stato poi esteso a tutti coloro che hanno reso possibile questa installazione. In conclusione Peano ha ancora rimarcato come la testimonianza di riconciliazione si stia diffondendo anche grazie alla mostra itinerante Martiri per una nuova città.
A fare gli onori di casa, il Sindaco Matteo Ravera che ha incentrato il suo intervento sulla volontà di pace che il dono giunto da Schondorf simboleggia. “La giornata di oggi – ha detto il primo cittadino – è il frutto concreto di un legame vero nato da una scelta di dialogo per la Pace. Un dialogo ben testimoniato anche dal rapporto fra Comune, Parrocchia e Associazione che hanno lavorato all’allestimento”.
Durante la Messa in San Bartolomeo, officiata da don Bruno Mondino, Heinrich Weiss, Gianni Rivoira e Martino Pellegrino, Mondino ha citato la visita del Presidente Mattarella proprio il 25 aprile del 2023. “Con il Presidente – ha detto il sacerdote – sostammo davanti al quadro collocato oltre l’altare. L’opera raffigura la Chiesa in un mare in tempesta. Un momento di difficoltà in cui però la speranza è affidata al Signore che si fa carico della croce”. Citando poi il Vangelo del giorno (Gesù che si manifesta ai discepoli sul mare di Tiberiade) ha fatto un parallelo fra il timore dei discepoli e quello della prima visita bovesana in Germania. “Il “Tu mi ami più di costoro?” che Gesù chiede a Pietro in tale circostanza, è una domanda valida anche per noi. E’ un invito per ciascuno a continuare a fare il primo passo come avvenuto nel 2013. Chiediamo al Signore che in questo cammino, ciascuno possa continuare a fare il primo passo”.

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