“Ci avevo creduto nella visita a Peveragno da parte del Papa. L’ho immaginato tante volte, rilassato all’ombra del grande glicine”. Cinzia Garro, non nasconde la propria commozione, commentando la notizia della scomparsa di Papa Francesco. E’ la cugina di suor Cornelia Caraglio, la domenicana originaria di Beinette, che si prese cura del Papa.
Nel 1957 Jorge Mario Bergoglio è infatti ricoverato all’ospedale Castex di Buenos Aires, a causa di seri problemi polmonari, che avrebbero comportato l’asportazione di una parte di polmone. Ad assisterlo c’è una giovane suora, infermiera presso il nosocomio argentino. E’ lei a suggerire ai medici che la cura somministrata al giovane non funziona, è troppo debole, va resa più efficace. Li esorta a cambiare terapia indicando la posologia, e il tempo le darà ragione.
Francesco quella suora italiana che gli ha salvato la vita non l’ha mai dimenticata, al punto di ricordarla durante l’udienza del 3 marzo 2018, ricevendo infermieri e operatori sanitari. “Vorrei rendere omaggio a un’infermiera che mi ha salvato la vita – disse in quell’occasione il Papa -. Era un’infermiera suora: una suora italiana, domenicana, che è stata inviata in Grecia come professoressa, molto colta. Ma sempre come infermiera poi è arrivata in Argentina. E quando io, a vent’anni, ero in punto di morte, è stata lei a dire ai dottori, anche discutendo con loro: “No, questo non va, bisogna dare di più”. E grazie a quelle cose, io sono sopravvissuto. La ringrazio tanto! La ringrazio. E vorrei nominarla qui, davanti a voi: suor Cornelia Caraglio. Una brava donna, anche coraggiosa, al punto da discutere con i medici. Umile, ma sicura di quello che faceva”.