Costruita in stile romanico, probabilmente alla fine del 1300, la Cappella di San Bernardo è uno tra i più interessanti monumenti artistici di Piozzo e delle Langhe. L’edificio sacro venne edificato sul basamento di un’antica torre di guardia eretta intorno al Mille e si trova adagiato su una collinetta dove confluiscono le strade per Carrù e per Bene Vagienna. La sua pianta si presenta attualmente di forma quadrata di piccole dimensioni, con catino absidale. Il tetto è a capriate, mentre il presbiterio e l’abside, dove sono presenti gli affreschi, si presentano rialzati rispetto alla struttura principale. Gli Statuti Comunali fanno cenno della chiesa nel 1425, in occasione di uno scavo della bealera che portava l’acqua ai fossati che recingevano la Villa, attuale centro storico. La comunità di Piozzo volle erigere la cappella per ricordare gli antichi voti fatti ai Santi protettori. La posizione strategica – fu eretta ai margini della strada percorsa dai pellegrini diretti a Santiago di Compostela (chiamata via Marenca, l’antico tracciato che portava a Pedona) – permetteva ai pellegrini devoti si sostarvi per implorare aiuto per il lungo cammino. San Giacomo e San Bernardo delle Alpi sono considerati protettori dei pellegrini.
La cappella è infatti dedicata a quest’ultimo Santo venerato in tutte le Alpi occidentali, fondatore nel 1045-50 degli ospizi del Piccolo e Gran San Bernardo e raffigurato in abito monacale bianco con demonio incatenato; si spiegano così i nomi e le date incise sugli affreschi, Veni ab Hispania 1512……ab Albania…… a Losanna Sritte che vogliono quasi essere un ringraziamento del viandante che lì aveva trovato riposo. Le pareti del catino absidale furono affrescate con pitture gotiche restaurate nel 1967 dal prof. Fiume di Milano. Tutto il ciclo pittorico è opera di Frater Henricus, che lo porta a termine nel 1451. Qualcuno afferma che fosse fratello di Giovanni Mazzucco, rispetto al quale però dimostra un livello culturale ed artistico superiore. Molto più probabilmente si tratta di un frate domenicano (forse il Padre Inquisitore) che soggiornava durante il periodo estivo nella cascina con annessa cappella detta Santa Maria Bianca in località Valle, di proprietà dei Domenicani di Mondovì; molti sono infatti i richiami ai Santi domenicani raffigurati nei medaglioni del fregio che borda in alto le pitture delle pareti. Nella volta è ritratto il Cristo Pantocratore in mandorla con ai lati i simboli degli evangelisti.
La decorazione della parete absidale prevede, in ordine, da sinistra verso destra: Santa Caterina da Siena in atto di adorazione, con Cristo di Pietà uscente dal sepolcro; San Lorenzo con la graticola in mano; San Pietro Apostolo con il libro e le chiavi; San Bernardo delle Alpi con il diavolo alla catena; la Vergine in trono con il Bambino; il martirio di San Sebastiano; San Bernardino da Siena mostrante nella destra il monogramma di Cristo e nella sinistra un libro aperto, un frate francescano passato trent’anni prima a Piozzo e a Carrù. Frater Henricus lo dipinse un anno dopo la sua canonizzazione, ciò dimostra quanto fosse grande la devozione di quelle genti suscitata dall’eco e dal ricordo ancora vivo dalla parola del celebre predicatore in queste zone.