Spetta ai Comuni fissare gli orari di apertura degli esercizi di gioco. Per questo motivo, riporta Agipronews, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di una società che gestisce sale slot e scommesse, che chiedeva l’annullamento del provvedimento (confermato anche da una sentenza del Tar Piemonte) con il quale l’Amministrazione Comunale di Centallo imponeva dei limiti agli “orari di funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro installati negli esercizi commerciali”, al fine di tutelare la salute.
Nel 2016 il sindaco di Centallo aveva emesso un’ordinanza nella quale indicava le fasce orarie entro le quali gli apparecchi da gioco potevano rimanere funzionanti: tutti i giorni dalle 12 alle 24. La società ricorrente si era opposta sostenendo l’illegittimità del provvedimento. Nel 2023 già il Tar Piemonte aveva respinto il ricorso confermando la prerogativa dei Comuni di poter prendere misure in tal senso. Il Consiglio di Stato ha confermato quanto riscontrato nella sentenza di primo grado. Il Consiglio ha precisato nella sentenza che la legge regionale “non prevede alcun parametro orario di riferimento, ma assegna in via esclusiva ai Comuni la competenza a delimitare gli orari per il funzionamento degli apparecchi da gioco, in conseguenza di una valutazione tecnico-discrezionale tesa a bilanciare i diversi interessi coinvolti, tra i quali indubbiamente quello pubblicistico e preponderante alla prevenzione ed al contrasto delle ludopatie”.
Pertanto la Corte, respingendo il ricorso, ha spiegato che la limitazione oraria “non appare intaccata da evidenti profili di irragionevolezza, illogicità o di difetto di istruttoria, tenuto conto che la fascia oraria mattutina e quella notturna sono notoriamente quelle caratterizzate dal maggior afflusso di utenti appartenenti a fasce deboli di popolazione e di giocatori compulsivi (studenti, casalinghe e anziani nella fascia mattutina; soggetti ludopatici nella fascia serale e notturna)”.