Confraternita di San Bernardino
Entrando in Monteu Roero attraverso quella che era l’antica porta orientale, si nota la piccola chiesa della Confraternita di San Bernardino, situata ai piedi della salita che conduce al castello.
Le prime notizie storiche che attestano l’esistenza dell’edificio risalgono al 1570, ma tra gli anni ‘60 e ‘70 del Seicento esso venne ricostruito dalle fondamenta nelle forme attuali. Si accede all’edificio tramite un piccolo portico che conduce al portone d’ingresso, opera seicentesca, ornata da un mascherone centrale e motivi floreali e vegetali. L’interno è ad aula unica a pianta rettangolare con volta a botte ed è stato interamente dipinto durante l’Ottocento. Tra le opere del periodo barocco si può osservare l’altare maggiore addossato alla parete di fondo. Il restauro del 2018 ne permette ora una corretta lettura e ha riportato alla luce la data di realizzazione: nel timpano dell’edicola si legge “1681”. L’ancona lignea risalta nel suo colore blu originario, è riccamente ornata con teste di putti, intagli dorati e due coppie di colonne tortili che incorniciano la tela raffigurante l’Assunzione della Vergine e alcuni Santi, datata 1702. Sul lato sinistro dell’edificio vi è l’unica cappella laterale che ospita un altare simile al maggiore nella forma, ma più modesto per le dimensioni e la decorazione, dedicato alla Beata Maria Vergine della Concezione e realizzato intorno al 1702, data in cui fu nominata la compagnia delle Donne Umiliate presso questa cappella. La pala d’altare raffigura la Vergine Immacolata con Sant’Antonio da Padova a sinistra e un altro Santo a destra. Sulla tribuna si conserva ancora uno scanno ligneo realizzato nel 1672, decorato con tre colonnette con capitelli corinzi, due mascheroni, putti ed elementi vegetali. Vi è, infine, una grande tela rappresentante la Madonna del Carmelo con il Bambino, mentre porge lo scapolare a due padri carmelitani, San Simone Stock e Alberto degli Abati, affiancati l’uno da un vescovo, probabilmente San Nicolao, l’altro da San Carlo Borromeo. L’opera, un tempo situata sull’omonimo altare della chiesa parrocchiale di San Nicolao, è databile alla metà del XVII secolo e riconducibile all’ambito lombardo.
Confraternita di San Francesco
Un’altra interessante Confraternita è visitabile a Santa Vittoria d’Alba. L’oratorio di San Francesco occupa un edificio nato probabilmente ad uso civile, successivamente riconvertito a sede della Confraria di Santo Spirito. Questa esisteva almeno dal 1225, anno in cui l’istituzione riceve un legato testamentario e quando i locali collocati al piano superiore erano verosimile utilizzati “pro reponendo de feno”. Non è noto il momento in cui la Confraternita cambiò intitolazione a favore di San Francesco: secondo alcuni studiosi questo evento sarebbe da collocarsi poco prima della lettera patente del vescovo astigiano Scipione Rotario, datata 1° marzo 1535, in cui si approvano i privilegi già concessi alla Confraternita e si concede facoltà di trasformare l’oratorio da semplice luogo di ritrovo e di preghiera a vera e propria chiesa. L’edificio presenta un impianto planimetrico rettangolare che nel settore nord termina con un’abside e nel settore sud con un avancorpo rialzato che include un campanile a base quadrata, un tempo abbastanza elevato e utilizzato come torre difensiva della “porta Solani”. L’ingresso è collocato sul lato orientale. Le pareti interne sono quasi integralmente coperte da 34 metri di affreschi, raffiguranti scene della Passione di Gesù. Il ciclo è stato commissionato dai confratelli, a seguito della parziale ristrutturazione interna della loro “casa” in forma di oratorio, avviata negli anni ’90 del Quattrocento e completata negli anni ’30 del secolo successivo. La narrazione ha inizio sulla parete posta in corrispondenza dell’ingresso con due brani riferiti all’entrata di Gesù in Gerusalemme e si conclude sul lato opposto con la Resurrezione. Il ciclo, attribuito al Maestro di Santa Vittoria d’Alba, sembra mostrare un forte debito nei confronti del Maestro di Sant’Anna di Cercenasco ed essere accostabile alla tela raffigurante la Madonna della Misericordia, conservato presso la cappella della Madonna degli Angeli ad Alba e datato intorno al 1480. L’altare era ornato da un’ancona raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Francesco e Vittoria, attribuita alla bottega di Macrino d’Alba, oggi conservata presso la vicina chiesa parrocchiale di Maria Vergine Assunta.