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Venerdì 21 febbraio 2025

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Personale sanitario sempre più infelice, insoddisfatto e stanco

In occasione della Giornata Nazionale del Personale Sanitario Nursing Up richiama l'attenzione sulla correlazione tra benessere di infermieri e professionisti e qualità di assistenza ai pazienti

Cuneo

La Guida - Personale sanitario sempre più infelice, insoddisfatto e stanco

In occasione della Giornata Nazionale del Personale Sanitario che si celebra oggi 20 febbraio, il sindacato Nursing Up richiama l’attenzione su un tema di rilevanza cruciale: la pericolosa correlazione tra il benessere di infermieri, ostetriche e di tutti gli altri professionisti sanitari e la qualità dell’assistenza ai pazienti, nonché il pericoloso immobilismo di retribuzioni che oggi più che mai non reggono il passo con il mutato costo della vita. 

Studi internazionali hanno dimostrato che l’insoddisfazione lavorativa e lo stress tra gli infermieri possono avere un impatto diretto sulla mortalità dei pazienti. 

Un’analisi globale ha rivelato che un incremento del 10% nell’intenzione di abbandonare la professione (indagine mondiale denominata “intention to leave”) è associato a un aumento del 14% della mortalità ospedaliera. Inoltre, un carico di lavoro maggiore, con l’aggiunta di un numero di pazienti spropositato per ogni singolo infermiere (i dati Oms indicano in 6 soggetti per professionista la cifra ideale, con la soglia da non superare), può aumentare, con l’eccesso del carico di lavoro, la probabilità di decesso dei pazienti ricoverati di oltre il 3%.

In Italia, la situazione non è diversa e le problematiche si acuiscono ulteriormente a causa di fattori economici e sociali. Il recente Survey condotto dal Nursing Up ha evidenziato un quadro di crescente insoddisfazione tra gli infermieri e le ostetriche, che si ricollega con la recente indagine del sindacato sul drammatico numero di dimissioni volontarie. Nei primi 9 mesi del 2024, come noto, oltre 20.000 infermieri hanno rassegnato le dimissioni, di propria sponte, un dato allarmante che segnala una crisi profonda nel settore sanitario. 

Un crisi che rischia di trasformarsi in un labirinto senza uscita. Questo fenomeno è la diretta conseguenza di condizioni di lavoro insostenibilicarichi eccessiviscarse opportunità di crescita professionale e mancanza di valorizzazione economica, nonché l’aumento spropositato di aggressioni da parte dei pazienti

E tutto questo a fronte di responsabilità sempre più elevata e indubbie competenze aumenta la frustrazione quotidiana, con il tempo da dedicare ai propri cari che si assottiglia sempre di più, mentre i pazienti, in preda a veri e propri raptus di follia, lo rivelano le amare cronache recenti, sono arrivati a prenderci a morsi e a minacciarci con coltelli e manganelli. 

Il Survey condotto dal Nursing Up (novembre 2024) ha messo in luce dati estremamente preoccupanti riguardo alla condizione professionale degli infermieri e delle ostetriche italiane:

  • 88,61% dei professionisti ha dichiarato di sentirsi insoddisfatto, infelice e disilluso della propria professione, e non vede segnali di miglioramento, principalmente a causa di retribuzioni inadeguate (77,9%) e scarse opportunità di avanzamento (65,2%).
  • 71% dei professionisti  ha dichiarato di dover ricorrere ad indebitamento, con prestiti, anche familiari, per far fronte alla difficoltà di coprire le necessità quotidiane.
  • Il 75,14% dei professionisti si sente sottovalutato e non rispettato, tanto da non consigliare la professione a nessun giovane.
  • Il 60% dei professionisti prevede di abbandonare la professione nei prossimi anni, con la condizione di dover affrontare una carriera insoddisfacente e con un reddito insufficiente.

Un altro tema fondamentale riguarda il fenomeno del burnout. Circa il 60% degli infermieri italiani (6 su 10) soffre di burnout, una condizione che influisce negativamente sulla salute mentale e fisica dei professionisti. Il burnout non solo riduce la qualità dell’assistenza, ma aumenta anche il rischio di mortalità tra i pazienti, in quanto gli infermieri stressati e sovraccarichi sono più inclini a commettere errori.

La conseguenza di una qualità del lavoro che cola decisamente a picco, come una nave alla deriva, è evidente: la professione infermieristica ha perso attrattività tra i giovani, come dimostra il calo di oltre il 50% delle iscrizioni ai test di ammissione dal 2010 a oggi. A questo si aggiunge un gap preoccupante rispetto all’Europa, con il 20% in meno di laureati in infermieristica rispetto alla media UE, un dato che rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro dell’intero sistema sanitario nazionale, a causa della mancanza di ricambio generazionale.

In questo scenario, i dati sul costo della vita mettono ulteriormente in evidenza la gravità della situazione. Le soglie di povertà in Italia sono ormai inaccettabili per i professionisti sanitari. Gli infermieri e le ostetriche, soprattutto al centro nord, sono “i nuovi poveri del 2025”.

  • Nord Italia: A Milano, una coppia senza figli ha bisogno di almeno 2.100 euro al mese per mantenere un tenore di vita dignitoso, ma uno stipendio medio di un infermiere del SSN è di circa 1.500/1600  euro netti al mese, ben al di sotto di questa soglia.
  • Centro Italia: Nel Centro, il costo mensile per una coppia senza figli si aggira intorno ai 1.800 euro, una cifra ancora lontana dal salario di un infermiere o di una ostetrica.
  • Sud Italia: Anche se il costo della vita è inferiore, la soglia di povertà relativa per una famiglia di due persone è pari a 1.210,89 euro mensili, una cifra che lascia pochissimo margine per gli infermieri e le ostetriche che guadagnano poco sopra questa soglia.

«Questi dati sono inaccettabili. È intollerabile che gli infermieri, le ostetriche e i professionisti sanitari ex legge 43, che sono la colonna portante del nostro sistema sanitario, siano costretti a vivere in condizioni di reale povertà. La loro dignità è costantemente messa in discussione, e questo ha un impatto devastante sulla loro motivazione e sulla qualità dell’assistenza e dei servizi sanitari che sono in grado di offrire. La correlazione tra l’insoddisfazione dei professionisti sanitari e l’aumento della mortalità dei pazienti è quindi ormai evidente e va affrontata con urgenza.» 

Questa la disamina di Antonio De Palma, presidente del Sindacato Nursing Up, commenta con forza: 

Le proposte del Nursing Up sono chiare e urgenti:

  1. Adeguamento salariale: Gli infermieri, le ostetriche e i professionisti ex legge 43/2006  devono essere remunerati in modo adeguato rispetto al costo della vita. È fondamentale che gli stipendi siano aggiornati e adeguati per garantire un tenore di vita dignitoso e tutto questo si rivela indispensabile alla luce delle elevate responsabilità e delle indubbie competenze.
  2. Miglioramento delle condizioni di lavoro: Ridurre il carico di lavoro per infermieri ed ostetriche, con maggiore supporto organizzativo e l’assunzione di personale aggiuntivo, è essenziale per migliorare la qualità dell’assistenza e ridurre il rischio di burnout, nonché servirebbe a risolvere almeno in parte il decongestionamento degli ospedali, laddove il caos, in particolare dei pronto soccorsi, si rivela la causa principale della rabbia dei pazienti.
  3. Opportunità di crescita professionale: È necessario garantire opportunità concrete di aggiornamento e avanzamento per gli infermieri, le ostetriche e gli altri professionisti sanitari ex legge 43/2006, in modo da favorire il loro sviluppo e il riconoscimento professionale.
  4. Sostegno psicologico: Creare reti di supporto psicologico per contrastare il burnout e migliorare la salute mentale degli infermieri e delle ostetriche, fondamentale per ridurre gli errori clinici e migliorare il benessere generale del personale.

“In questa Giornata Nazionale del Personale Sanitario, il Nursing Up rinnova il suo impegno a promuovere il benessere degli infermieri, delle ostetriche e degli altri professionisti sanitari ex legge 43/2006, un obiettivo che è fondamentale non solo per la dignità dei professionisti, ma anche per garantire la ricostruzione, il risanamento e la ritrovata stabilità di un sistema sanitario che possa essere sicuro ed efficiente per tutta la popolazione, in vista delle probanti sfide quotidiane che ci attendono”, conclude De Palma.

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