Garessio è uno dei borghi più belli d’Italia e non si tratta di una semplice opinione, ma di un dato di fatto considerato che nel 2018 ha partecipato alla sfida “Il Borgo dei Borghi”, è stato votato come centro storico più bello del Piemonte ed è entrato tra i primi 20 a livello nazionale. Basta infatti recarsi fra le vie di Garessio per rendersi conto della veridicità: un centro storico con cornice medievale che ti accoglie dalla Porta Rose, posta alla confluenza del rio San Giacomo e del Rio San Mauro. La Porta Rose costituiva l’ingresso all’antico borgo a cui si accedeva da un ponte levatoio posto tra due torri, una delle quali ancora visibile. Si narra che, durante una violenta battaglia contro gli Spagnoli nel XVI secolo, gli abitanti di Garessio versarono così tanto sangue che anche i corsi d’acqua persero il loro nome dando origine al torrente Malasangue.
Proseguendo verso il centro si arriva nella graziosa piazza San Giovanni in cui sorge la Confraternita, la chiesa dove è installato il quadro sul momento del mortorio, ovvero la rievocazione tipicamente garessina della deposizione di Cristo dalla Croce, che risale al medioevo. Il quadro è stato dipinto e regalato personalmente dal famoso designer Giorgetto Giugiaro, il quale è nato a Garessio proprio in quella piccola casa che si può ancora scorgere sulla sinistra. Piazza San Giovanni si trova nel Borgo cosiddetto Maggiore, assieme alle sue chiese, al complesso medievale e anche ai resti del castello. La Confraternita di S. Giovanni venne costruita sullo sperone roccioso del “Bricco” nella seconda metà del 1500 ed i lavori furono ultimati nel 1593, come si legge sull’architrave del portale. L’interno, ad unica navata con caratteristico pavimento in leggera salita, è decorato da 18 lunette.
Proseguendo il cammino lungo le stradine del centro storico, Garessio mostra tutto il suo volto antico con porte, ponti e chiese che riportano ad un tempo lontano. Sotto i grandi archi di porta Jhape e porta Liazoliorum sono passati per secoli, viandanti, pellegrini e mercanti in transito dal Piemonte alla Liguria. I nomi in apparenza esotici di questi luoghi rimandano in verità alla parlata locale: “Jhape” sembrerebbe derivare da “lose”, le lastre di pietra, mentre Liazoliorum fa riferimento alla famiglia Viassolo che qui abitava, custodiva la porta e riscuoteva i pedaggi. Oltre il ponte in pietra sul Rio Mauro, all’estremità del paese, sorge Santa Maria extra Moenia, una delle più antiche chiese della città documentata già dall’XI secolo.
La passeggiata lungo il Rio Mauro ci offre uno scorcio della chiesa parrocchiale del Borgo Maggiore dedicata a Maria Vergine Assunta. Dalla fine del XV secolo qui aveva sede il convento di San Domenico, poi rinnovato su progetto dell’architetto monregalese Francesco Gallo; la nuova chiesa fu iniziata nel 1717 e consacrata nel 1728. Con le soppressioni napoleoniche, vennero cacciati i Domenicani e asportati gli arredi sacri, la chiesa fu venduta e pesantemente danneggiata nel suo corpo, al punto che nel 1870 fu quasi del tutto ricostruita dall’arciprete Unia seguendo il progetto del Gallo. Il ponte, sempre in centro paese, è quello che offre il nome al Borgo ed è molto suggestivo soprattutto la sera quando si illumina di una luce particolare. Inoltre, è da menzionare la chiesa di Santa Caterina, le case del Poggiolo e, fuori dal centro, la Valsorda con il suo Santuario.
Garessio è inoltre molto apprezzato dagli amanti della natura: è circondato dal verde e dai castagni che rendono l’aria pulita e frizzante. La castagna garessina cresce in abbondanza ed è facilmente riconoscibile con la sua forma più piccola; viene frequentemente commercializzata dopo essere stata essiccata al fumo, più di rado al naturale. Si trova nei boschi della Val Tanaro, ma anche in Val Mongia o in Val Casotto. È chiamata varietà gabbiana ed è tipica dei posti più freddi. Garessio è inoltre il punto di partenza perfetto per decine di sentieri che solcano le Alpi Marittime: tra le diverse escursioni naturalistiche su itinerari dai monti al mare, segnaliamo l’itinerario da Garessio al Castello di Casotto e il percorso che da Garessio conduce a Ceriale. Il Castello di Casotto sicuramente merita una visita e una menzione per le sue peculiarità storiche ed artistiche. L’edificio ebbe un’origine non militare, agli inizi fu infatti una Certosa, la prima in Italia. Venne fondata nel secolo XI e solo nel 1800, dopo le spoliazioni napoleoniche, fu acquistata dai Savoia e trasformata in castello di caccia. La tenuta reale del castello fa parte del circuito delle Residenze Sabaude ed è quella posizionata più a sud del Piemonte.
Oggi delle strutture medievali non rimane purtroppo traccia. I locali e gli elementi architettonici visibili sono infatti il frutto di ricostruzioni dal XVI secolo sino al 1770, anno in cui giunse a compimento il cantiere dell’architetto torinese Bernardo Antonio Vittone. Tuttavia, nell’edificio della correria, è possibile rinvenire uno splendido esempio di architettura medievale: la chiesa di Santa Maria.
Tra boschi, punti panoramici, forti e castelli, s’impara ad apprezzare l’Alta Val Tanaro. Inoltre, salendo a Garessio 2000, a una dozzina di km dal borgo di Garessio, si trova la stazione sciistica dalle cui piste si vede il mare. Sciare con gli occhi rivolti al golfo ligure e, più in là, alla Corsica, è un’esperienza che sicuramente non si può fare ovunque.