Sono 12.516 i residenti a Borgo San Dalmazzo al 31 dicembre 2024. Un dato sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti (12.514 residenti nel 2022 e 12.578 nel 2023), dovuto al grande lavoro di allineamento tra la banca dati e la realtà di fatto, svolto negli ultimi mesi dall’Ufficio Anagrafe del Comune. Cancellati d’ufficio 45 nominativi per irreperibilità accertata: si tratta di persone non più presenti sul territorio che non hanno mai aggiornato la loro posizione anagrafica.
I nati del 2024 sono stati 67 (nel 2023 avevano superato quota 100): per cinque di loro i genitori hanno scelto il doppio cognome. A fronte di 137 defunti, il saldo naturale al 31 dicembre 2024 ha segno negativo (-70), compensato solo in parte dai nuovi arrivi. Continua ad allargarsi la forbice tra popolazione giovanile e chi ha raggiunto e superato la terza età: gli under 20 sono 2.384, in calo negli ultimi tre anni, mentre gli over 65 raggiugono per la prima volta quota 3.000 persone. La città conta al 31 dicembre 2024 ben sei borgarine che hanno raggiunto o superato i cento anni d’età. I nuclei familiari sono 5.717: 2.136 contano solo un componente, circa il 20% ha un solo figlio mentre sono 185 le famiglie numerose con tre o più figli. Nel 2024 sono stati celebrati 36 matrimoni (15 religiosi, 21 civili) e 1 nuova unione civile.
Residenti italiani e stranieri
I residenti italiani a fine 2024 risultano essere 11.280 mentre i residenti stranieri sono 1.236, poco meno del 10% degli abitanti di Borgo San Dalmazzo; di questi 386 sono cittadini dell’Unione Europea e 850 provengono da paesi extra-UE. Le comunità romena è la più numerosa (27,5% dei residenti stranieri), seguita da quella albanese (17,64%) e da quella marocchina (12,20%); ben 68 le nazionalità rappresentate a Borgo San Dalmazzo. Gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel corso del 2024 sono 49: 28 con giuramento davanti alla sindaca, 13 acquisite automaticamente da parte dei figli minorenni, mentre 4 derivano da cittadini nati e residenti in Italia fino alla maggiore età e 4 per riconoscimento “iure sanguinis” (discendenza accertata da cittadino italiano e la mancanza di interruzioni nella linea di trasmissione della cittadinanza).