La visita delle cappelle dipinte con i tesori affrescati dai fratelli Biazaci, in collina o in città, comprende le cappelle di Santo Stefano, San Sebastiano, San Martino e la restaurata cappella di San Giacomo.
Tommaso e Matteo Biazaci, fratelli originari di Busca, ebbero una bottega di artisti nel corso della seconda metà del Quattrocento, che realizzò oltre una trentina di pitture, ad affresco e su tavola, tra la pianura cuneese, le valli del Marchesato di Saluzzo e l’antica diocesi di Albenga.
Alcune di esse, grazie al progetto “Museo Diffuso Cuneese”, sono dotate all’esterno di un qr code, che attraverso un portale web permette di accedere alle videoguide in tre lingue (italiano, inglese, francese), con testi e ricerca curati dalla dott.ssa Laura Marino.
Inoltre, tramite una semplice applicazione scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet, è possibile accedere al portale e usufruire della guida, in autonomia, direttamente in loco.
Cappella di Santo Stefano
Sorta alle origini del cristianesimo locale, dell’antico edificio della cappella di Santo Stefano resta la splendida abside affrescata. Come evidenziato sul sito del Comune di Busca e spiegato negli anni a tanti studenti e visitatori dalla prof.ssa Mirella Lovisolo: “Sul ‘mur de chevet’ è dipinta l’annunciazione e il Cristo in avello, tra Maria e Giovanni piangenti. Nel catino absidale appare la raffigurazione del tema della catechesi primitiva, il tetramorfo di Ezechiele con il ‘Cristo Pantocrator’ nella mandorla iridata e i simboli degli evangelisti. Divisa in quatto scene, è narrata la storia del protomartire Santo Stefano. L’opera di restauro, promossa dal Comune nel 1998, ha restituito l’originario splendore al ciclo”.
Dall’estate 2022 la cappella è visitabile ogni giorno dell’anno, attraverso la prenotazione dell’entrata con la app gratuita “Chiese a porte aperte”, per l’ingresso in un orario a scelta fra le ore 9 e le 18. La porta si apre grazie ad un qr code dedicato e sicuro.
Entrando nella cappella il visitatore può avviare un sistema narrativo multimediale in tre lingue. L’iscrizione all’app passa attraverso il sito “Chiese a porte aperte” e richiede, per garantire la sicurezza di visite autonome in siti di pregio, la compilazione di un form con i dati personali; si tratta di una procedura semplice e veloce.
Questa modalità innovativa è il frutto di un accordo fra il Comune, che ha usufruito di un co-finanziamento da parte della Regione Piemonte e della Fondazione Crt, e la Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta che gestisce l’applicazione.
Cappella di San Sebastiano
Poco distante dal cimitero, in via Valentino, sulla strada che conduce a Villafalletto, si trova la cappella di San Sebastiano, dedicata al santo protettore dalla peste, la cui abside è anteriore all’anno 1000.
Sul sito web del Comune si legge: “La primitiva cappella, piccolissima, fu ampliata nel XIV secolo con la parte decorata a dentelli; nel ‘400 fu aggiunto il portico, in seguito tamponato. La decorazione della crociera di copertura del portico fu realizzata dalla scuola dei fratelli Biazaci e racconta nelle quattro vele la storia di San Sebastiano, comandante della prima coorte di Diocleziano, che subì il martirio nel IV secolo”.
Il dipinto nelle quattro vele è suddiviso in sette scene (quella centrale è unica, dedicata al martirio), che narrano le vicende del santo.
Il racconto è tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo Da Varagine.
Di particolare intensità è la seconda scena, dove il volto del santo, di grande sensibilità, rivela la mano di Tommaso Biazaci.
I cartigli in lingua volgare sono tipici di questa cappella, che si distingue dalla cappella di Santo Stefano, in cui è invece i cartigli sono in latino.