Su un’altura dietro la chiesa parrocchiale, a sud-ovest dell’abitato di Morozzo, sorge il piccolo Santuario di Santa Maria di Castro Murato popolarmente conosciuto con il nome del Brichetto per la sua posizione. Il luogo è di rara bellezza e denso di antica spiritualità. Il santuario fu ricostruito verso la metà del XV secolo e in seguito fu ampliato e modificato. Nel 1826 la facciata fu ricostruita in mattoni in forme neogotiche e venne alzato un piccolo campanile. Nell’interno gli affreschi di fine secolo XV secolo, ricoprono il presbiterio e parte della navata e rappresentano il ciclo pittorico più completo sulla vita della Vergine, della nostra regione. Sono opera del pittore Mazzucco e datati 30 luglio 1491. Le opere, di notevole pregio, traggono spunto tanto dai Vangeli Canonici quanto da quelli Apocrifi.
Sulle pareti laterali e sulla volta del presbiterio la vita della Madonna è illustrata in diciotto riquadri.
Nell’arco che sovrasta il presbiterio sono collocati i Santi che popolano la Gerusalemme celeste, in fitte schiere ordinate e compatte, testa a testa. Sulle pareti laterali si trovano altre raffigurazioni: Sant’Antonio Abate, San Sebastiano, ma una in particolare attrae l’attenzione: tra due Madonne con Bambino che sono negli atteggiamenti e nell’espressività quasi del tutto uguali, il beato Guglielmo Fenoglio certosino di Casotto, autore di un fatto miracoloso del quale viene fatto accenno.
Per visite e informazioni: Volontari dell’Arte della Diocesi di Mondovì, tel. 346-2189871.
Nei boschi di Castelletto Stura
Dal centro di Castelletto parte la strada sterrata che si inoltra nel parco fluviale Gesso-Stura. Un itinerario rilassante, immerso nella natura, dove poter osservare nel loro ambiente naturale molte specie di avifauna, ma anche l’opportunità di osservare con calma angoli inediti: dalle complesse opere di ingegneria idraulica che da qui portano l’acqua irrigua alla vasta zona agricola del destra Stura arrivando fino a Cherasco. La zona ricca di risorgive arriva fino al Mulino di S. Anselmo per poi proseguire verso Cuneo. Sant’Anselmo, antico priorato benedettino di San Pietro di Noce Grossa, è documentato dal 1018, come dipendenza di Fruttuaria e fungeva da custode del guado sullo Stura tra varie dipendenze dell’abbazia fruttuariense. Dal 1245 circa risulta dipendente dall’abbazia di San Pietro di Ferrania, ed ha il nuovo nome in Sant’Anselmo. Nel 1573 il patrimonio di questo priorato venne devoluto al Seminario di Mondovì, rimanendo come semplice cappella campestre, andata in rovina dopo la secolarizzazione dell’Ottocento. Nel 1871 nella rettifica di confini tra Cuneo e Castelletto Stura i resti della tenuta di Sant’Anselmo sono passati in questo Comune.
Madonna Lunga a Montanera
Il santuario di Santa Maria Assunta, detta Madonna Lunga, si trova all’inizio dell’abitato di Montanera. Il nome di “Madonna Lunga” è dovuto alle particolari proporzioni del mantello.
Nel catino dell’abside è raffigurata una “Madonna del manto” in atto di accogliere sotto il suo mantello protettore due gruppi di personaggi adoranti. La raffigurazione absidale della Madonna, invece del Cristo Pantocratore, è un raro reperto. Sotto questa scena due file di personaggi: i dodici Apostoli e una serie di santi tra i più venerati nell’antico Piemonte (tra cui sant’Antonio Abate) fanno da cornice ad un’altra immagine di Maria, risalente alla fine del XV secolo: una delicata “Madonna del latte” tra San Giovanni Battista e San Giuliano. Non si conosce l’autore (o gli autori) degli affreschi.
Forse una primitiva cappella sorse intorno all’anno mille per iniziativa dei monaci di Consovero, dipendenti dal monastero di Val Casotto, che a Montanera possedevano alcuni beni. Si sa della sua esistenza già nel 1200, come si leggeva un tempo sull’iscrizione in facciata. Dopo la distruzione di Montanera nel 1363, i nuovi abitanti si preoccuparono fin da subito di ricostruire la cappella in stile romanico come era in origine, senza soffitto e con entrata laterale. All’opera di ricostruzione partecipò tutta la comunità, che poi commissionò gli affreschi della parte absidale. L’opera fu fatta fare nel 1492 dalla comunità di Montanera per la liberazione dal pericolo di calamità. Forse fu questo il motivo per il quale la cappella venne dedicata a Maria, madre delle Grazie (per le visite tel. 338-7942764).