Durante un viaggio aveva acquistato un orologio Rolex che però non gli stava bene e aveva deciso di rivenderlo mettendo un annuncio on line. La persona che lo chiamò, M. G. ora a giudizio per truffa, si mostrò da subito molto interessato all’acquisto e accettò le condizioni di acquisto poste dal venditore, che aveva deciso, trattandosi di un bene di valore, di fare le cose per bene. “A maggiore garanzia mia e dell’acquirente – ha riferito l’uomo che ha sporto denuncia – decisi di incontrarlo direttamente presso la mia banca. Lui mi avrebbe pagato 12.000 euro con un assegno circolare. Anche se abitava al Sud disse che non era un problema per lui venire in Piemonte perché viaggiava spesso per la sua azienda”.
In banca, il 19 gennaio 2021, i due si scambiarono alla presenza della cassiera l’assegno circolare e l’orologio, ma qualcosa andò storto. La cassiera prendendo l’assegno non controllò il documento dell’acquirente ma chiamò direttamente al telefono la banca della zona di Frosinone per accertare la copertura dell’assegno. Al telefono qualcuno che si spacciò per il direttore della banca le confermò la regolarità dell’assegno e la sua copertura. In realtà all’altro capo del telefono c’era il complice di M. G. che, appostato nei pressi della banca del frusinate, aveva azionato un dispositivo di deviazione della linea telefonica e prese la chiamata fingendosi direttore di banca, mettendo in scena la truffa ben congegnata. “C’era qualcosa di strano nel suo atteggiamento – ha riferito la vittima alla giudice -, stava acquistando un Rolex ma continuava a passeggiare su e giù per la banca senza neanche guardarlo e parlava continuamente al telefono”.
Tornato a casa l’uomo decise di verificare di persona chiamando l’istituto che aveva garantito per l’assegno e si sentì rispondere che per quelle pratiche loro non usavano il telefono ma solo la posta certificata e che in ogni caso il direttore della banca non era in istituto quel giorno. Allarmato da quanto sentito, chiamò subito la propria banca e si sentì dire dalla cassiera in lacrime che l’assegno era falso. Anche il responsabile della filiale dell’istituto bancario del Lazio ha confermato alla giudice la falsità dell’assegno e la procedura tramite posta certificata per lo svolgimento di queste pratiche. La banca risarcì integralmente la vittima della truffa, che però ha deciso di mantenere la querela contro M. G. che risultava aver messo a segno colpi uguali anche in altre regioni; proprio dai Carabinieri dell’Emilia Romagna arrivò l’identificazione dell’uomo ripreso dalle telecamere di sorveglianza della banca mentre entrava con la vittima del raggiro. L’udienza è stata aggiornata al 12 maggio per ascoltare l’imputato, se si presenterà, e per la discussione.