Sciopero alla Sibelco Italia di Robilante: produzione bloccata e cancelli chiusi ai camion. Gli operai e impiegati (pochi) dalle 5 di questa mattina presidiano l’ingresso della fabbrica. Aderiscono alla manifestazione sindacale nazionale di Cgil e Uil ma rivendicano soprattutto la difesa dei turni della produzione a ciclo continuo e dei posti di lavoro, diminuiti perché non ci sono stati i rimpiazzi dei pensionati.
La Sibelco, multinazionale belga specializzata in estrazione e raffinazione della silice ha proposto ai lavoratori una riduzione da 21 a 15 turni settimanali.
Tra i motivi della decisione della società la riduzione dei margini operativi per la crisi del settore del vetro, vernici e auto ma anche la concorrenza, per esempio, della Saint Gobain che ha avviato, dopo l’esaurimento del giacimento di Vernante, la coltivazione di un nuovo sito a Frabosa.
L’attività che ora si svolge a ciclo continuo per tutti i giorni della settimana sarebbe circoscritta dal lunedì al venerdì eliminando quindi il sabato e la domenica.
“Se passasse la soluzione proposta – spiega Gaudenzio Gabrielli rappresentante sindacale della Cgil Filctem – secondo i nostri calcoli perderemmo fino a 400 euro mensili e con quanto rimane dello stipendio come si fa a mandare avanti la famiglia e pagare il mutuo?”
Oltre alla riduzione dell’orario, la Sibelco è intenzionata a ricorrere all’istituto della flessibilità sul sabato e la domenica per coprire eventuali necessità della fabbrica e di domanda da parte della clientela. Sul banco delle proteste c’è anche la questione occupazionale. Da luglio scorso la pianta organica effettiva ha perso 7 persone.
Il direttore Luca Tomatis: “Non abbiamo dichiarazioni da fare perché la protesta, secondo il manifestino affisso nello stabilimento, è stata indetta in adesione allo sciopero nazionale e poi abbiamo un buon rapporto con i rappresentanti sindacali e vogliamo continuare a dialogare con loro direttamente”.
Il 4 dicembre ci sarà un incontro in Confindustria tra vertici aziendali e rappresentanti sindacali.
“Protestiamo non è solo per la questione dei turni e della flessibilità. Lo stabilimento da diversi anni sta andando a pezzi perché non vengono fatti investimenti su impianti nuovi. Se si lasciano andare a rotoli gli impianti, si taglia il personale e non si dà un servizio efficiente alla clientela è ovvio che la produzione diminuisce” dice Ivo Garnero, da 21 anni in Sibelco.
“Queste sono scelte che possono portare alla chiusura della fabbrica” – gli fa eco Gabrielli – oggi è il primo giorno di sciopero. Siamo decisi a contrastare la decisione dell’azienda con tutte le iniziative e manifestazioni che ci sono consentite dalla legge”.
“Fino alla comunicazione dello sciopero da parte della Questura di ieri non avevo ricevuto nessuna notizia di questa situazione – commenta la sindaca Enrica Giraudo – . Chiederò un incontro urgente con la direzione aziendale e i lavoratori, nella speranza di arrivare a una soluzione condivisa e che tuteli l’occupazione”.