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Mercoledì 25 dicembre 2024

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Due milioni di firme per chiedere il divieto di produrre e commercializzare cibi artificiali

Nella provincia di Cuneo la campagna di mobilitazione ha raccolto 15.000 firme di cittadini

La Guida - Due milioni di firme per chiedere il divieto di produrre e commercializzare cibi artificiali

Nel nostro Paese la battaglia contro il cibo artificiale ha inizio nell’autunno 2022, con una grande mobilitazione di sensibilizzazione e di raccolta firme promossa da Coldiretti, Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition per contrastare l’attacco delle multinazionali che puntano a sostituire gli alimenti naturali prodotti nelle nostre campagne con quelli fatti in laboratorio.
Sono state oltre due milioni le firme raccolte per chiedere l’introduzione di un divieto alla produzione e commercializzazione di cibo artificiale in Italia. Hanno deliberato a favore oltre 2.000 Comuni, tutte le Regioni oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei.
Anche nella Granda la raccolta firme della Coldiretti ha raccolto un consenso trasversale, con oltre 15.000 cittadini firmatari; hanno espresso il “no” al cibo sintetico il Consiglio Provinciale, il 60% dei Comuni cuneesi di ogni colore politico ed esponenti di ogni schieramento.
A fronte di una così vasta adesione della cittadinanza alla petizione Coldiretti, il Consiglio dei Ministri ha presentato nel marzo 2023 il disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici” che ha intrapreso l’iter parlamentare.
Nel frattempo è nata un’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo naturale di qualità, costituita da Acli, AcliTerra, Adusbef, Anpit, Asi, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, Cna, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, Codici, Consulta Distretto del Cibo, Ctg, Coldiretti Demeter, Ecofuturo, EWA, Federbio, Federparchi, FIPE, Fondazione Qualivita, Fondazione UNA, Fondazione UniVerde, Globe, Greenaccord, GRE, Italia Nostra, Kyoto Club, Lega Consumatori, Masci, Movimento Consumatori Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow food Italia, Unpli, Wilderness.
L’alleanza si è sviluppata su iniziativa di Coldiretti per aprire un confronto con istituzioni, associazioni, mondo scientifico, imprese e cittadini su un tema delicato come quello dei cibi realizzati in provetta.
L’attenzione è sempre rimasta alta. Nelle piazze e nelle manifestazioni sul territorio provinciale l’associazione di categoria degli agricoltori non ha mai smesso di sensibilizzare la cittadinanza sul perché la proposta di legge sia una tutela per tutti, sia consumatori che produttori. La filiera corta e il legame indissolubile fra terra e cibo sono stati al centro delle argomentazioni di Campagna Amica in ogni occasione di incontro e dialogo con i cittadini.
È in questo clima che la discussione del disegno di legge si è aperta alla Camera ed è proseguita al Senato, dove il provvedimento ha ottenuto l’approvazione definitiva diventando a tutti gli effetti legge nel novembre 2023. Il Parlamento ha così sancito lo stop al cibo sintetico in Italia vietando la produzione e la commercializzazione di carne e altri alimenti ottenuti in laboratorio.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito in modo concreto in Provincia di Cuneo – dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – al raggiungimento delle firme raccolte complessivamente a livello nazionale, un importante sostegno alla nostra battaglia che ha portato all’approvazione della legge a tutela dei consumatori e della produzione Made in Italy”.
La battaglia Coldiretti non è finita con il via libera alla legge per fermare i cibi costruiti in laboratorio nei bioreattori, ma si è spostata in Europa dove l’Italia, leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini.
“Non è la prima volta che facciamo da pionieri in Europa – afferma il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu -. L’Italia proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti è stata il primo paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione Europea. La legge italiana è un impegno a difesa della dieta mediterranea, ma anche un segnale importante per l’Unione Europea che, nel rispetto del principio di precauzione, ha già portato da oltre 40 anni a mettere al bando negli alimenti l’uso di ormoni che sono invece utilizzati nei processi produttivi della carne a base cellulare. Peraltro, la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento si è già espressa sulla carne artificiale coltivata nella risoluzione sulle proteine, respingendo a larga maggioranza un emendamento che individuava nelle proteine coltivate in laboratorio una delle possibili soluzioni al problema della dipendenza degli allevamenti europei dagli approvvigionamenti dall’estero”.

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