L’adesione ideale è stata alta, quella pratica un po’ meno, almeno a Cuneo, per non mettere in ginocchio i servizi sanitari, non solo quelli fondamentali e garantiti, per gli utenti. Lo sciopero nazionale della sanità ha anche uno “stile cuneese” di grande responsabilità e senso del dovere. Molti medici hanno continuato il loro lavoro per non lasciare indietro visite ed esami, di liste di attesa che continuano ad essere uno dei problemi più gravi della sanità cuneese e piemontese, ma hanno fatto presente anche ai pazienti che le motivazioni dello sciopero erano condivise in pieno.
Al Santa Croce e Carle 34 dirigenti medici hanno incrociato le braccia, un dirigente sanitario non medico e 58 tra tecnici e infermieri. 34 medici dunque su 530 che lavorano in ospedale.
Ben più alta la media nazionale di partecipazione allo sciopero indetto dai sindacati Anaao-Assomed e Nursing-Up, per una mobilitazione frutto di un’esasperazione ormai generalizzata e dovuta alla cronica carenza di personale, a condizioni di lavoro insostenibili e all’assenza di un riconoscimento economico e professionale adeguato.
Un cinquantina di medici e da un centinaio di infermieri piemontesi sono stati presenti ieri alla manifestazione a Roma a sostegno dello sciopero.