Si intitola “U casot a Rusbela” il nuovo documentario realizzato nei mesi scorsi da Giovanni Bianco. Il filmato verrà presentato venerdì 8 novembre alle 21 presso il ristorante “Da Toju” a Castellar.
Il lavoro racconta la storia vera di amicizia di un gruppo di giovani che negli anni ‘70 affittano un casotto a Tet pra du soil vivendo così la passione per la montagna. Il filmato vuole anche essere il ricordo di Angelo Giordanengo “Gelu”, prematuramente scomparso.
“Le testimonianze – spiega Bianco – si aprono proprio con il ricordo di Angelo e coinvolgono molte persone rendendo omaggio ai pochi residenti della zona e focalizzando l’attenzione sul cambiamento climatico e sulla manutenzione dei sentieri”.
Con la famiglia Maccario si ricordano “Gepu ‘d la Puragnina” e la sorella Teresina. Michele Maccario parla della scuola a Rosbella, del compagno di classe Aldo Dalmasso e di suo fratello Mario, dilaniato da un residuato bellico trovato in alpeggio a 10 anni. Con Tino Giordano il regista ricorda l’impegno manuale nella sistemazione del rustico e il lavoro necessario per la pulizia di un sentiero in Bisalta nonché le escursioni alla croce, ai rifugi delle vallate vicine e i trekking sulle vette più importanti d’Italia.
“Altri incontri – prosegue Bianco – sono con Rosanna Pellegrino, che parla della maestra Caterina Bosio, Beppe Andreis, le sorelle Baudino, Onorato Dalmasso, Pierangelo Barale, Giuseppe Baudino, Aldo Pellegrino e Aldo Dalmasso. Con loro parliamo ancora di Gelu, dell’epoca di guerra, con l’uccisione da parte dei nazifascisti di Costanzo Baudino e Bartolomeo Dalmasso, ma anche del trekking e della voglia di scoprire la montagna”.
Non mancano riferimenti alla difficoltà della vita in montagna, fra allevamenti, produzione di “tumin e tume”, momenti di gioia e di dolore con lutti improvvisi che a distanza di anni lasciano ancora il segno. “Con Aldo Dalmasso – conclude Bianco – lascio spazio al ricordo ed alla commozione legata al tanto lavoro, all’impegno per tagliare il fieno e alla bellezza di aver vissuto appieno la montagna. Mi saluta con gli occhi lucidi dopo uno sguardo malinconico a quelle vette su cui in autunno si recava per tagliare la legna prima che arrivasse la neve”.
L’ingresso alla proiezione è libero e gratuito.