Il centro storico, da sempre cuore pulsante della città, era un tempo il luogo dove avevano sede il potere spirituale e politico. Oltre alle tante chiese, vi sono infatti la sede del Comune e l’imponente Torre civica. A fare da ponte con la parte “nuova” della città, la maestosa piazza Galimberti.
Contrada Maestra
Tutto ruota intorno a via Roma, che in passato ha avuto molti nomi: Contrada Maestra, via Nizza, rue Imperial, plàtea o piassa. Quest’ultimo appellativo è molto importante poiché restituisce la memoria di uno spazio destinato non solo al transito, ma anche all’incontro e al commercio, vera vocazione della città fin dal medioevo. In ragione della sua posizione, all’incrocio di molti cammini, Cuneo è sempre stata un importante snodo commerciale e la Contrada Maestra era il fulcro di questi scambi. Lungo questa arteria si svolgevano fiere e mercati e si aprivano numerose botteghe, collocate al piano terreno degli edifici. In un primo tempo non esistevano i portici e gli unici ripari erano costituiti da semplici tettoie in legno e paglia; per questo la superficie centrale della via era ancora più estesa. Gli avancorpi porticati furono aggiunti solo in un secondo momento, per consentire lo svolgimento delle attività al coperto, ma anche per aumentare lo spazio abitativo in altezza. In alcuni edifici, lo stacco è ancora oggi ben visibile, così come evidenti sono gli elementi di sostegno con cui vennero rinforzati i portici. Grazie agli importanti interventi degli ultimi anni, la Contrada Maestra è tornata ad essere il centro vitale della città, isola pedonale e luogo di incontro per Cuneesi e turisti.
Municipio e Torre Civica
Da più di ottocento anni, la torre è il simbolo di Cuneo e domina la città e il territorio circostante con i suoi 52 metri di altezza. Dalla sua cima, oggi raggiungibile con un ascensore, si potevano avvistare nemici o altri pericoli; le campane suonavano per avvisare la popolazione di minacce incombenti, ma anche scandivano le ore del giorno. Naturalmente ha spesso subito attacchi e incendi ed è stata più volte rifatta. In origine nel palazzo che sta alla base della torre aveva la sua sede il municipio, ma nel XVIII secolo venne trasferito nel sontuoso edificio dall’altra parte della Contrada Maestra, già collegio dei Gesuiti, dove ancor oggi si trova.
Palazzo della Porta
Un’antica cronaca quattrocentesca della città di Cuneo ricorda il “palasso di maravigliosa belessa” fatto costruire dal ricco Paganino del Pozzo intorno alla metà del XV secolo. Gli studiosi ritengono che si tratti dell’edificio che sorge all’angolo con piazzetta Audiffredi, oggi conosciuto come di Palazzo Della Porta, dal nome della famiglia che lo abitò nel XVI secolo. Se pur privo di decorazione pittorica, questo edificio si fa notare per gli splendidi capitelli scolpiti con rigogliosi elementi vegetali, fiori, frutti e animali di ogni specie. Aguzzando la vista si possono vedere civette, cani, agnelli e struzzi. Questa ricchezza è visibile non solo esternamente, ma anche all’interno degli spazi al pian terreno: al livello stradale si apriva infatti un ampio loggiato con colonne e capitelli scolpiti, poi chiuso dalle vetrine degli esercizi commerciali.
Palazzo Lovera
Tra la cortina di edifici medievali che costeggiano Via Roma, spicca certamente Palazzo Lovera, imponente ed elegante esempio di architettura settecentesca. L’edificio fu progettato tra 1786 e 1788 da Mario Ludovico Quarini, brillante allievo del grande architetto Bernardo Antonio Vittone. Se in altri casi le abitazioni vennero solo parzialmente modificate e ammodernate in epoca barocca, in questo caso l’edificio venne rifatto completamente dalle fondamenta. È un bell’esempio di palazzo nobiliare settecentesco, costituito da un cortile centrale oggi coperto, a cui si accedeva da un ampio androne carraio. Molto bello lo scalone principale che conduce al piano nobile. Qui aveva la sua abitazione la nobile e antica famiglia Lovera a cui appartennero diversi sindaci della città. Anche per questo le stanze del palazzo ospitarono importanti personaggi, come papa Pio VII, transitato a Cuneo nel 1809, prigioniero dei soldati di Napoleone. Oggi la storia di ospitalità del palazzo continua, poiché qui ha sede uno degli hotel più eleganti della città.
Le facciate dipinte
Il lungo lavoro di restauro delle facciate messo in atto nel 2015 per opera dell’amministrazione comunale e degli abitanti del centro storico ha riportato alla luce parte del volto medievale della via. Sono emerse tracce delle decorazioni in terracotta, stemmi, affreschi, meridiane e scritte. Il piano di riqualificazione ha previsto un pannello con immagini e didascalie per ogni edificio, in grado di restituire la ricchezza di questo spazio urbano. Su questa strada si affacciavano i palazzi delle famiglie più in vista della città e la decorazione delle facciate era dunque un modo per affermare il proprio status sociale e culturale.
Il repertorio decorativo è decisamente vario: si va dai più semplici elementi geometrici che evidenziano le finestre, a paramenti bicolore che richiamano finte architetture o rivestimenti preziosi, fino ad arrivare a veri e propri cicli narrativi. La scoperta più importante è stata certamente la facciata di Casa Quaglia, appartenuta probabilmente alla famiglia Taurini, il cui stemma campeggia al centro del palazzo. Qui, un raffinato pittore di ambito saluzzese, dipinse nel 1508 alcune storie dell’antica Roma, con riferimenti a Lucrezia e alla sibilla Tiburtina. L’apertura successiva di alcune finestre aggiuntive rende oggi difficile la lettura completa del ciclo. Sebbene il “cuore” degli edifici sia quasi sempre di origine medievale, in molti casi il paramento esterno è stato aggiornato in tempi più recenti, come a Casa Demarchi, bell’esempio di decorazione Liberty.
Piazza Galimberti
La piazza più amata dai cuneesi è il punto di incontro tra la città “vecchia” e la nuova città ottocentesca. Con l’abbattimento delle possenti mura voluto da Napoleone nel 1801, il tessuto urbano si può finalmente espandere verso sud e si inizia a pensare ad una nuova grande piazza. Tracciata prima in forme meno imponenti, la piazza assunse l’aspetto attuale grazie alla visione del sindaco Carlo Brunet e al progetto di Benedetto Brunati, approvato nell’autunno del 1832. Occorrerà però attendere più di cinquant’anni per vedere il termine di quest’impresa. L’elegante simmetria data dalle facciate neoclassiche e la visuale mozzafiato sull’arco alpino rendono la piazza accogliente nonostante gli oltre 23.000m2 di superficie. Chiamata in un primo momento piazza Nizza, dal 1860 fu intitolata a Vittorio Emanuele II e infine, dal 21 maggio 1945, a Duccio Galimberti, che abitò in Palazzo Osasco, oggi sede del Museo Casa Galimberti. La statua al centro della piazza è opera dello scultore Giuseppe Dini e raffigura Giuseppe Barbaroux, illustre giurista cuneese e ambasciatore.