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Domenica 22 dicembre 2024

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Il saluto di Boves a don Bruno e don Alessio

L'emozionante abbraccio di tutta la comunità e, durante la festa, la proposta lanciata da Piergiorgio Peano di scrivere agli ingressi del paese "Boves città di riconciliazione"

Boves

La Guida - Il saluto di Boves a don Bruno e don Alessio

Momenti di commozione e l’abbraccio forte e numeroso di tutta la comunità che ha riempito la chiesa parrocchiale e l’oratorio di Casa don Bernardi.
E’ questa la sintesi del momento di saluto che i fedeli bovesani hanno dedicato a don Bruno Mondino e don Alessio Donna chiamati a proseguire il loro servizio nelle parrocchie di Ronchi-San Benigno-Roata Rossi.

Durante la Messa delle 18 i due sacerdoti hanno portato individualmente e con la voce rotta dall’emozione,  il saluto alla comunità ricordando gli anni trascorsi insieme (17 per don Bruno e 8 per don Alessio). Più volte, spontaneo, è scattato l’applauso dell’assemblea. 
Proprio la parola “insieme” ha sintetizzato bene gli anni del ministero dei sacerdoti. Una parola che era emersa anche nelle interviste che entrambi avevano rilasciato nelle scorse settimane a “La Guida”.
La collaborazione, l’impegno e l’amicizia costriuita con la comunità sono valori che hanno permesso la costituzione di una grande famiglia che, quasi nella sua totalità, si è radunata per salutare Bruno e Alessio.
Una famiglia che i sacerdoti hanno saputo creare anche con gli altri religiosi della zona come testimoniato dalla presenza, in qualità di concelebranti, di don Giorgio Pellegrino, don Andrea Adamo e don Beppe Panero.
Quest’ultimo ha voluto sottolineare il fondamentale ruolo svolto da don Bruno Mondino nell’intraprendere un percorso di dialogo e collaborazione fra le comunità della zona in proiezione di un futuro prossimo in cui resterà una sola parrocchia per tutta la città.

Luigi Pellegrino ha portato il saluto del Consiglio Pastorale (promotore della serata) mentre Piergiorgio Peano quello dell’Associazione don Bernardi e don Ghibaudo. Peano ha ripercorso le tappe che hanno portato alla beatificazione dei sacerdoti martiri del 19 settembre sottolineando l’impulso decisivo di don Bruno per questa operazione di memoria, riconciliazione e perdono.
“Tutto questo lo dobbiamo a don Bruno – ha sottolineato Peano -. Grazie a lui abbiamo scoperto l’importanza che assumeva la beatificazione per la nostra comunità e averci condotto fino ad oggi”. L’ex primo cittadino, ideatore e fondatore della Scuola di Pace ha poi lanciato una proposta.
“Boves città di pace, del perdono e della riconciliazione – ha proseguito -. Questa è la sintesi del cammino di questi ultimi anni che don Bruno ha voluto imprimere nella nostra mente e che è frutto di quel tempo che non ci appartiene. Questo dovremmo scrivere agli ingressi di Boves perché possono essere l’architrave, la pietra d’angolo dell’ingresso di questa città. E’ un cammino che non abbiamo ancora compreso nella sua essenza, nella sua importanza e che non appartiene soltanto all’Associazione o a quanti operano in questa parrocchia. Appartiene a tutta la comunità, alla gente di Boves e a tutti coloro che operano nei vari settori perché tutti abbiamo in cuore il desiderio di una città che diventi memoria e fascino. Un faro per l’umanità che sta soffrendo il prolungarsi di guerre devastanti”.

Dopo la consegna dei doni ai due sacerdoti, la cerimonia è proseguita in Casa don Bernardi con testimonianze, poesie, filmati e dediche coordinate da volontari e dal gruppo giovani e giovanissimi.
Il Sindaco Matteo Ravera ha portato il saluto dell’amministrazione e ha consegnato a don Mondino e don Donna i gagliardetti della città. Un ricordo è stato inviato da Riccardo Pellegrino, primo cittadino nel 2007, anno in cui don Bruno assunse il ruolo di parroco a Boves.
Fra i tanti pensieri, Pellegrino ha sottolineato una qualità riconosciuta dalla popolazione a don Bruno Mondino: la capacità di relazionarsi umilmente con tutti.
Fra le note di colore, la proiezione del breve e divertente filmato realizzato in occasione di un matrimonio, in cui parroco e sindaco vestivano i panni di don Camillo e Peppone.
A concludere la serata, un “aperitivo comunitario” che ha permesso ai tanti partecipanti di portare individualmente i saluti ai due sacerdoti.

 

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