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Mercoledì 18 settembre 2024

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Battuta d’arresto per l’export piemontese. Cala il torinese, sale il cuneese

I dati di Unioncamere per il primo semestre 2024. Contrazioni del 4,6 per cento rispetto al 2023, più rilevanti nel comparto auto

Torino

La Guida - Battuta d’arresto per l’export piemontese. Cala il torinese, sale il cuneese

Export in calo in Piemonte. Stando ai dati di Unioncamere, nel primo semestre del 2024 il Piemonte ha registrato un valore delle merci esportate pari a 31,4 miliardi di euro, con una contrazione del 4,6% rispetto all’analogo periodo del 2023. Una caduta che ha interessato in special modo i settori di specializzazione.

Il risultato è frutto di una riduzione del 2,1% segnata già nel primo trimestre, seguita da una diminuzione ancora più intensa delle vendite oltre confine registrata nel periodo aprile-giugno 2024 (-6,8%). Nello stesso periodo il valore delle merci importate è stato pari a 23,7 miliardi di euro, il 10,2% in meno rispetto al semestre gennaio-giugno 2023. Col che il saldo della bilancia commerciale segna un +7,7 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 6,5 dell’anno prima.

Export. A Torino calo superiore alla media regionale. Bene Cuneo, Novara, Vercelli e VCO

Il calo registrato a livello complessivo è frutto di andamenti territoriali eterogenei. Il capoluogo regionale, che genera il 44% delle esportazioni regionali, accusa un decremento superiore a quella media piemontese (-10,8%). Cuneo, seconda per contributo fornito alle vendite oltre confine, ha, invece, messo a segno un incremento tendenziale del 5,2%. La dinamica positiva accomuna anche i territori di Novara (+4,8%), Vercelli (+9,1%) e Verbano C.O. (+1,1%). Alessandria (-3,3%), Asti (-5,7%) e Biella (-14,2%) sono invece in flessione.

Nonostante le flessioni, il Piemonte è quarta regione in Italia per l’export

A livello nazionale, nel I semestre del 2024 l’export in valore ha mostrato una flessione del 1,1% su base annua. Pur avendo registrato un risultato complessivamente più negativo della media, il Piemonte si conferma la quarta regione esportatrice, con una quota pari al 9,9% dell’export nazionale.

Gian Paolo Coscia: “Favorire innovazione e internazionalizzazione per sostenere l’export”

“È evidente che il contesto economico internazionale sta mettendo a dura prova il nostro tessuto produttivo – dichiara Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte – Nonostante questo scenario sfavorevole, il Piemonte dimostra una certa resilienza, grazie alla buona performance dei settori alimentare e tessile. Questi comparti, storicamente legati al nostro territorio, confermano la loro vitalità e la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato globale”. Coscia sottolinea la necessità di azioni immediate e coordinate a sostegno delle imprese piemontesi, in particolare quelle più esposte alla crisi. “Occorre favorire l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, investire in ricerca e sviluppo, facilitare l’accesso al credito, promuovere la formazione professionale, agevolare l’internazionalizzazione, semplificare la burocrazia”.

Export. In flessione i mezzi di trasporto e la meccanica. In crescita aerospazio, alimentari, bevande e tessile

I mezzi di trasporto rappresentano, anche nel periodo gennaio-giugno 2024, il settore più rilevante per il commercio estero piemontese, generando poco meno di un quarto del totale delle esportazioni (23,2%). Questo comparto, che nella prima parte del 2024, ha segnato una forte contrazione anche in termini di produzione industriale, registra nel I semestre 2024 una consistente flessione delle vendite oltre confine (-16,2%). Risultato che risente della diminuzione della vendita di autoveicoli (-29,7%). La componentistica autoveicolare flette del 2,0%, mentre continua la fase espansiva dei prodotti dell’aerospazio (+4,1%). L’industria meccanica si colloca in seconda posizione per incidenza sull’export regionale (18,2%) e conta una flessione più contenuta (-0,8%) rispetto al I semestre 2023.

In terza posizione, con una quota del 13,1%, si trovano i prodotti alimentari e delle bevande che, in controtendenza e in continuità rispetto ai primi tre mesi dell’anno, realizzano una crescita del 3,6%. Il comparto tessile evidenzia un aumento delle vendite all’estero del 12,3%,grazie all’ottima performance dell’abbigliamento (+28,2%) e degli articoli in pelle (+45,0%). I prodotti tessili sono, invece, in contrazione (-13,3%).

Verso i mercati Ue il 60 per cento dell’export piemontese

Nei primi sei mesi del 2024 i mercati dell’Ue-27 hanno assorbito il 60,1% dell’export regionale, mentre una quota pari al 39,9% è diretta ai Paesi extra Ue-27. Quanto alla dinamica, i due bacini hanno registrato flessioni di pressoché analoga intensità: le prime sono diminuite del 4,8% rispetto al I semestre 2023, le seconde del 4,1%.

Francia e Germania primi partner per l’export piemontese

Nel dettaglio dei singoli Paesi comunitari, Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione delle vendite oltre confine, con quote rispettivamente pari al 15,3% e 13,5%. Entrambi scontano, però, flessioni del valore delle merci piemontesi importate superiori alla media (Francia -7,8%; Germania 11,7%). Segue la Spagna, cui è destinato il 6,0% delle esportazioni locali, in calo del 2,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Quarto mercato comunitario è la Polonia, che, con una dinamica in controtendenza rispetto alla media, segna un aumento del del 14,1%, grazie alle buone performance registrate dai mezzi di trasporto e dall’alimentare.

Tra gli altri Paesi, si segnala la diminuzione particolarmente intensa delle vendite dirette in Belgio (-17,2%), a fronte, invece, di dinamiche positive registrate in Romania (+2,8%) e, soprattutto, in Irlanda (+10,8%).

Export in calo anche fuori dalla Ue

Spostando l’attenzione al di fuori dei confini dell’Ue-27, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco, generando una quota dell’8,3% dell’export regionale, seguiti da Regno Unito e Cina, che determinano rispettivamente il 4,2% e il 3,1% delle vendite oltre confine. Mentre calano le vendite dirette negli Stati Uniti (-6,3%) e nel Regno Unito ( -9,1%), il mercato cinese registra un aumento del 20,5%, frutto dell’ottima performance del comparto tessile. Quanto agli altri Paesi, le esportazioni destinate in Svizzera (-14,9%) e Brasile (-11,3%) flettono più della media regionale. Sono in controtendenza Messico (+19,3%) e Canada (+17,7%).

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