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Lunedì 16 settembre 2024

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La piazza, i palazzi, il teatro, i treni e i musei, la Savigliano che sorprende

Piazza Santorre di Santarosa, le facciate, gli interni e i giardini di edifici storici, le esposizioni, dai quadri alle essenze, il museo ferroviario, le chiese e il Milanollo

Savigliano

La Guida - La piazza, i palazzi, il teatro, i treni e i musei, la Savigliano che sorprende

La forza del progetto Museo Diffuso Cuneese consiste nell’essere modulabile e implementabile nel tempo e nello spazio. A breve verranno infatti inaugurati nuovi siti, con un investimento diretto da parte dell’Atl del Cuneese, e tra le città interessate ci sarà Savigliano. Al momento i contenuti non sono ancora disponibili sul sito dedicato, ma ed essere inseriti saranno piazza Santarosa, la Torre civica e l’arco, il Teatro Milanollo, il Museo civico e Gipsoteca, San Pietro, Palazzo Cravetta e Palazzo Taffini, e il Museo Ferroviario.

Piazza Santarosa

L’antica piazza Vecchia, ora intitolata a Santorre di Santarosa, è il cuore della città medievale ed è sede di eventi e manifestazioni, luogo di bancarelle nei giorni di mercato e tappa ideale per un caffè o una passeggiata. Attorniata dai portici, con zona pedonale, ha un assetto irregolare che la rende unica nel suo genere e conserva intatti i connotati del periodo medievale. Ogni angolo è una scoperta con tanti dettagli che portici e facciate storiche celano ai passanti distratti. Archetti in cotto, fasce marcapiano, trifore, soffitti lignei a cassettoni, colonne, merlature, muri tagliafuoco, teorie di losanghe, loggiati, tracce di affreschi e di piccole edicole votive. L’arco trionfale, all’imbocco di via Sant’Andrea è in muratura, e fu costruito nel 1585 per festeggiare il passaggio di Carlo Emanuele I di Savoia con la sposa Caterina d’Austria. Il progetto è di Giovanni Battista Riva con decorazioni del pittore saviglianese Giovanni Angelo Dolce. Il passaggio laterale di collegamento con i portici è stato aperto intorno al 1845 grazie all’architetto Maurizio Eula. Al centro della piazza svetta il monumento dedicato a Santorre di Santarosa, saviglianese, patriota del Risorgimento e su tutto svetta la torre civica risalente al XIII secolo e modificata più volte nel corso del tempo con la cella campanaria ricostruita dopo un incendio nel 1644.

Palazzi Taffini d’Acceglio e Muratori Cravetta

Palazzo Taffini d’Acceglio, in via Sant’Andrea, è uno degli edifici più belli della città con le sue raffinate linee architettoniche, tre ordini di arcate, eleganti colonne, balaustre bianche nel lato interno della struttura, disposta su due maniche. All’interno è visitabile il primo piano nobile con il sorprendente ciclo di affreschi presente nel salone d’onore, affrescato da maestranze saviglianesi della scuola del Molineri dopo il 1637. Nel loggiato a trompe l’oeil sono appesi finti arazzi su cui vengono illustrati i trionfi di Vittorio Amedeo I di Savoia. Dal 2015 nel palazzo ha sede il Múses, Accademia Europea delle Essenze. Al centro della corte è stato allestito il Giardino dei Sensi, con piante aromatiche, officinali, essenze floreali e con l’installazione “La palette” di Franz Stähler: una fontana odorosa che nebulizza getti profumati.  La visita si snoda in 13 sale con esperienze sensoriali, contenuti multimediali, installazioni d’arte contemporanea che raccontano la storia della profumeria nel corso dei secoli.
La famiglia Taffini, legata politicamente alla corte sabauda, ebbe grande prestigio a Savigliano a partire dal ‘600 e diede un contributo importante per sviluppo culturale della città. Nel quartiere di Sant’Andrea si trova anche palazzo Muratori Cravetta, altro edificio notevole, tappa obbligata nella visita alla città, con il suo splendido giardino alla francese, recentemente ripristinato, e l’elegante facciata del cosiddetto Padiglione del Duca, in cui sculture e affreschi del XVI secolo celebrano la stirpe sabauda. Tra i busti è riconoscibile quello di Carlo Emanuele I, morto proprio in questo edificio nel 1630. All’interno dell’edificio è preziosa la sala magna con un soffitto a cassettoni formato da centosessanta formelle lignee dipinte.

Il civico teatro Milanollo

Uno dei teatri più suggestivi del Piemonte è senza dubbio il Teatro Milanollo di Savigliano, edificato tra il 1834 e 1836 su progetto dell’architetto saviglianese Maurizio Eula e per volontà di un gruppo di cittadini, come ricorda l’iscrizione in latino presente in facciata che recita “Una società di amici, raccolto il denaro (ha eretto) nell’anno 1835, questo teatro (dedicato) a Melpomene e a Talia, allo scopo di abbellire e rallegrare l’animo dei cittadini”. Le statue di Melpomene e Talia, ovvero della Tragedia e della Commedia, danno il benvenuto agli spettatori nelle due nicchie in facciata, mentre in alto il genio della Vittoria incorona la Musica e la Poesia. Al pittore saviglianese Pietro Ayres si devono le decorazioni pittoriche con l’Apoteosi di Psiche sul soffitto e Galatea e Polifeamo nel ridotto del teatro.
Il teatro, a pianta ovale con doppio ordine di palchi, galleria e loggione, è stato intitolato nel 1899 alle sorelle Milanollo, violiniste di fama mondiale nate a Savigliano e oggi continua a ospitare spettacoli e incontri.

Museo civico Antonino Olmo e gipsoteca Davide Calandra

Il museo civico “Antonino Olmo” e la gipsoteca “Davide Calandra” sono ospitati nel seicentesco convento di San Francesco. All’interno, lungo il chiostro quadrangolare e nelle celle dei monaci, è raccontata la storia del territorio, a iniziare dal lapidario medievale con la lastra tombale longobarda.
Tra le altre testimonianze polittici del XIV e XV secolo, le testimonianze della scuola pittorica saviglianese nata nel Seicento e alla collezione di pittura e scultura “Attilio Bonino”. Una saletta è allestita con gli oggetti appartenuti alle violiniste saviglianesi Maria e Teresa Milanollo, di fama mondiale, il plastico in rilievo realizzato nel 1817 da Marco Nicolosino, testimonianza dello sviluppo urbanistico della città, la raccolta Schiaparelli e la sezione dedicata all’arte “programmata e sperimentale” dei movimenti artistici degli anni Settanta del Novecento. Nella chiesa trova posta la raccolta di gessi di Davide Calandra, donata dalla figlia Elena nel 1973 con l’esposizione anche degli strumenti del lavoro del grande scultore, statue in gesso, crete, bozzetti, disegni. Tra gli altri sono riconoscibili i calchi preparatori di alcuni tra i più importanti monumenti italiani, tra i quali il Fregio per l’aula del Parlamento italiano a Montecitorio del 1910, il monumento di Umberto I a Roma o del Principe Amedeo a Torino.

San Pietro

Costruita probabilmente sui resti di un tempio romano dedicato alla dea Diana, come sembra confermare la lapide romana del I secolo d.C ritrovata nel 1822, la chiesa di San Pietro è stato un monastero benedettino e un complesso religioso di prestigio e di riferimento in continua espansione, oggetto di ingenti donazioni dai nobili dell’epoca, e nel corso dei secoli è stata anche sede della regia Università Sabauda. Nel corso degli anni sono stati numerosi gli interventi di restauro e di ampliamento. Nel 1822 è stato aperto l’ultimo grande intervento di restauro con diverse opere di consolidamento interno, e nel 2007 si è concluso l’intervento di recupero conservativo della facciata.
All’interno della chiesa sono conservate alcune delle più importanti testimonianze di arte della città: tele e apparati scultorei, importanti affreschi e una pregiata pala d’altare nella zona del presbiterio, sovrastato dalla maestosa ancona lignea dipinta nel 1510 da Gandolfino da Roreto, uno dei polittici rinascimentali più belli del Piemonte.

Museo ferroviario piemontese

A Savigliano ha sede il Museo Ferroviario Piemontese, ricca esposizione di rotabili ferroviari storici e mostre a carattere ferroviario, vero e proprio punto di riferimento per gli amanti dei treni di tutte le età. A Savigliano ha sede la fabbrica di treni più antica e più moderna del nostro Paese e il Museo è dedicato alla memoria di tre grandi ingegneri piemontesi: Sebastiano Grandis, Severino Grattoni e German Sommeiller. L’allestimento è suddiviso in diverse sezioni: all’esterno oltre settanta mezzi tra locomotive, carrozze e veicoli speciali sono stati salvati dalla distruzione. Alcuni sono stati restaurati e utilizzati in manifestazioni storico-rievocative.All’interno, ci si può perdere tra cimeli, attrezzi, accessori, modellini e plastici. Di grandissimo interesse è il plastico donato da Riccardo Mina, con comando elettronico digitale che permette di pilotare un gran numero di convogli nello stesso momento e in modo indipendente l’uno dall’altro, avvicinandosi molto ai sistemi utilizzati per comandare i treni nella realtà.
La sezione “L’Officina di Savigliano. Una storia di treni e di persone” è dedicata alla storia dei treni fabbricati qui e alle persone che li hanno costruiti. Una storia che affonda le radici a metà Ottocento, quando la città ritrova un proprio ruolo manifatturiero con l’arrivo della ferrovia.
I primi stabilimenti per la lavorazione del materiale rotabile si trasformarono nel 1880 nella Società nazionale delle officine di Savigliano, azienda successiva acquisita da Fiat Ferroviaria e in anni più recenti dalla multinazionale francese Alstom. Il Museo è stato aperto al pubblico nel 2001 e ampliato nel corso degli anni.

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