Valle Maira – La montagna è l’ambiente ideale per la diffusione di superstizioni e miti legati a creature fantastiche e selvatiche. I foletons, detti anche esprits folets, erano folletti o spiriti burloni, piccoli, con i piedi di capra e il corpo coperto di peli. Molto intelligenti, sapevano lavorare i formaggi e tessere; alcuni di loro lavoravano per gli uomini come pastori o domestici.
Anche la folatona, fata o maga, era piccola, pelosa e sgraziata: queste fate avrebbero insegnato agli uomini le tecniche della caseificazione, e avrebbero condiviso anche l’arte di preparare la cera con il siero in cambio della promessa da parte dell’uomo di non violare i loro nascondigli segreti. La promessa non mantenuta fu la ragione della fine dei buoni rapporti tra foletons e uomini.
La mascha, strega amica del diavolo, è un’altra figura dell’immaginario della valle: donna in genere anziana, ha il potere di trasformarsi in animale, governare le forze della natura, e spesso rapisce i bambini o minaccia la comunità. La mascha con i suoi poteri straordinari era il capro espiatorio per giustificare epidemie, carestie e calamità; non poteva morire finché non fosse riuscita a trasmettere il proprio potere a un’altra persona, anche solo sfiorandola.
I sarvans o sarvanots, dal latino silvanus, abitante di selve e boschi, erano folletti piccolissimi e molto dispettosi che non amavano farsi vedere: custodi degli stessi saperi dei folatons, si divertivano a fare dispetti agli uomini, soprattutto a rapire le puerpere. Secondo una tradizione orale, le storie dei sarvanots sarebbero state divulgate proprio dai venditori ambulanti che dalla valle Maira si muovevano a commerciare verso la pianura. Si dice che i sarvans indossassero un berrettino rosso, perciò familiarmente li si chiamava anche rossets: oggi i numerosi toponimi locali come rocce, caverne e sorgenti del Rossèt testimoniano la loro leggendaria presenza. Anche i sarvanots sarebbero scomparsi da tempo, feriti dal silenzio e dall’indifferenza degli uomini: secondo la leggenda si trasformarono in una farfalla dalla mantellina azzurra picchiettata di rosso, con la sottoveste scarlatta, la Zygaena Ephialtes: vola sui fiori dell’asfodelo ed è detta localmente lo Sarvanot.