“La terra deve dare buoni frutti per tutti”, “Nessuno più al mondo deve essere sfruttato” e appelli simili hanno caratterizzato la manifestazione in centro Alba nel pomeriggio di oggi (martedì 16 luglio), lanciata dai sindacati confederali contro la piaga del caporalato e dello sfruttamento, emersa con violenza grazie ai recenti esiti di indagini che hanno investito anche il territorio albese e le sue produzioni vitivinicole d’eccellenza. Tanti lavoratori in piazza ma anche produttori di vino, insieme con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil (sia provinciale, sia regionale), diverse istituzioni, dai sindaci della zona (con fascia tricolore, come richiesto dal primo cittadino albese Alberto Gatto per dare un segnale di presenza delle istituzioni e degli enti locali) all’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongioanni, al Vescovo di Alba Marco Brunetti (che nei giorni scorsi aveva lanciato un forte appello contro questa piaga sociale). È stata ribadita l’importanza di rivedere a fondo certi meccanismi del sistema lavoro sul territorio, per eliminare distorsioni e “zone di grigio” che poi hanno rivelato situazioni ben più gravi. È emersa anche la proposta di estendere al mondo del vino l’esperienza del protocollo messo in pratica negli ultimi anni per il territorio saluzzese e cuneese, per la raccolta della frutta fresca.
“È importante non generalizzare – ha ribadito il sindaco di Alba -: il nostro territorio è ricco di realtà straordinarie che hanno a cuore la propria terra e chi la lavora, sia in modo continuativo che stagionalmente. Anche per loro il caporalato è un danno e una minaccia. Ripartiremo dal protocollo firmato ad aprile in Prefettura per collaborare con tutte le amministrazioni del nostro territorio, le realtà datoriali e sindacali, la Regione e il Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco. Non è più il tempo di sottovalutare il problema o nascondersi dietro ad una foglia di fico. Mi preme che un messaggio arrivi forte e chiaro: le istituzioni ci sono e combatteranno ogni sfruttamento con ogni mezzo a propria disposizione. Tolleranza zero al caporalato, in tutte le sue forme. Abbiamo il dovere morale di affrontare questa sfida e mettere fine ad ogni forma di sfruttamento”.