Quasi un mese fa i gestori del Refuge du Viso hanno liberato dalla neve, circa 5 i metri scavati, l’imboccatura francese del Buco di Viso e in questo modo il primo traforo delle Alpi è tornato ad essere fruibile.
È bene precisare – informa una nota del Parco del Monviso – che per raggiungerlo e percorrere in questo momento il Giro del Monviso sono necessarie le abilità dell’escursionista esperto o dell’alpinista per via della presenza di neve sia in corrispondenza dei due ingressi del tunnel che nei tratti altimetricamente più elevati dell’anello intorno al Re di Pietra, specialmente quelli sui versanti esposti a nord.
Per informazioni aggiornate sulla percorribilità, il Parco del Monviso invita a contattare i gestori dei rifugi che si trovano sul tratto italiano dell’anello: il Vallanta (0175956025, 3286030192; rifugio.vallanta@gmail.com), il Quintino Sella (017594943, 3513161466, info@rifugiosella.it) e il Giacoletti (0175940104, 3479637442, rifugiogiacoletti@perosa.it).
La situazione è decisa in evoluzione, anche sulla base delle condizioni meteorologiche che consigliano un monitoraggio costante, meglio se fatte usufruendo del servizio MeteoMonviso, aggiornato due volte a settimana e pubblicato su www.parcomonviso.eu/meteomonviso.
Ci vorrà comunque l’arrivo definitivo del caldo estivo che quest’anno sta tardando molto a manifestarsi, per poter fruire del Buco di Viso senza la presenza di grandi accumuli di neve all’imboccatura francese, ma quella dell’estate 2024 è una riapertura dal grande valore simbolico.
Si tratta infatti della decima dai lavori di recupero e rimessa in sicurezza del tunnel, coordinati nel 2014 dal Parco del Monviso – denominato allora Parco del Po Cuneese – in qualità di soggetto attuatore di un intervento promosso dalla Regione Piemonte – Direzione Opere Pubbliche Difesa del Suolo Economia Montana e Foreste.
Ora gli interventi effettuati hanno permesso ai tanti escursionisti che ogni anno si cimentano nel Giro del Monviso di tornare a utilizzare in piena sicurezza il primo traforo delle Alpi. Il tunnel era infatti già da molti anni quasi completamente ostruito in corrispondenza dell’uscita sul lato francese a causa dei numerosi detriti pietrosi che vi si erano accumulati, obbligando quanti vi si avventuravano a guadagnare la luce in arrampicata e in condizioni di tipo “speleologico”. Neve e ghiaccio, presenti spesso fino a stagione estiva ampiamente inoltrata, rendevano il transito ancora più problematico e difficoltoso.
Di fatto, il percorso più agevole per compiere il Giro del Monviso era tornato essere la salita al soprastante Colle delle Traversette, la cui conformazione e il difficile valico avevano però spinto, circa 500 anni prima, il marchese di Saluzzo Ludovico II a promuovere la realizzazione del Buco di Viso per semplificare il passaggio delle merci che si muovevano seguendo questo itinerario.