A prima vista a leggere questa manciata di racconti si rimane colpiti dal pensiero ricorrente della morte. Vuoi che sia un cimitero, vuoi una terra devastata dalla guerra o che ci si inoltri tra le rovine del tempo: spira spesso un’atmosfera di vita ormai conclusa. Eppure è una sensazione non consegnata alla tristezza proprio perché questa antologia è l’ultimo tassello di una tetralogia che ricollega gli scrittori agli elementi naturali della cosmogonia universale. In altre parole la terra, come l’acqua, l’aria e il fuoco, fa parte di un ciclo vitale in cui la morte è accolta come passaggio ineludibile che può, ovviamente, ammantarsi di tristezza, ma si ritrova comunque avvolta in un orizzonte di vita.
Così ecco le varie declinazioni del tema come altrettanti approcci a un mistero di fronte a cui l’uomo tace, magari si siede un attimo per osservarne l’infinitezza come la donna giunta a Finis Terrae che sullo scoglio guarda l’oceano immenso. Su questo confine, l’uomo si sente piccolo “solo nel pugno di Dio”, eppure non travolto, in “presenza del Nulla e dell’Eterno”.
A dare vita alla terra è il concetto spesso ripetuto di radici come flusso che viene dal passato e si apre al futuro, come forza per resistere alle intemperie della storia, come sensazione di sicurezza. A spargere tristezza invece non è tanto la Terra in sé, quanto l’uso che ne fa l’uomo. E allora è il tema dell’inquinamento che si cela nelle “terre bianche”, della devastazione della guerra allorché “la terra non conta”, dello sfruttamento senza regole che produce morte nella zolfara.
I racconti della terra
Autori Vari
a cura di Valeria De Cubellis
Neos
14 euro