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Mercoledì 3 luglio 2024

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Casa Francotto in centro città e il parco del Castellaccio sulla collina

Ernesto Francotto lasciò alla città tutti i suoi beni tra cui la casa natale ora sede di mostre e svariate attività culturali

La Guida - Casa Francotto in centro città e il parco del Castellaccio sulla collina

Proprio di fronte all’ospedale civile di Busca, sulla strada provinciale 24, sorge Casa Francotto, uno spazio espositivo della Città di Busca. L’edificio, di gusto eclettico, è nato su un preesistente impianto settecentesco. È situato nel centro storico. La facciata, di fattura particolare e caratteristica, dà su piazza Regina Margherita. Per volere testamentario, il dottor Francotto lasciò tutti i suoi beni, tra cui questa sua casa natale, alla Città di Busca.

Ernesto Francotto nasce a Busca il 13 dicembre 1883. Orfano giovanissimo di padre, si trasferisce con la madre e il fratello Edoardo a Torino, dove si laurea in medicina a pieni voti. Gli si prospetta immediatamente una brillante carriera universitaria, ma abbandona presto le sue attività di ricercatore per tornare al suo paese natale, dove esercita per oltre cinquant’anni l’attività di medico condotto, dimostrando grandi capacità professionali e rare doti umane. Si dedica alla poesia fin da giovane e si tiene in contatto con Costa, Brofferio e altri esponenti del mondo letterario piemontese. Alcune liriche compaiono su periodici locali e regionali; la sua unica raccolta di versi in vita è pubblicata nel 1965. Escono postume “El nòst cioché” (1968) e “Il Medico” (1972). Intorno ai quarant’anni comincia a occuparsi di pittura, pur non entrando a far parte di circoli artistici. Lascia una vasta produzione, la maggior parte finita in collezioni private. Muore a Busca il 4 agosto 1968.

Lasciata Casa Francotto, e la piazza antistante, in direzione Dronero, dopo aver superato piazza Fratelli Mariano, si imbocca a destra la strada che porta sulla collina. A 500 metri si incontra il parco “Ernesto Francotto”. È una località ricca di storia e di suggestione, collocata su un poggio che domina la piana ai piedi della valle Maira. Qui sorse in epoca romana una torre e un “castrum” che a metà del XII secolo, ampliato, divenne dimora dei marchesi del Vasto (poi Lancia, dal soprannome di Manfredo). Di quel castello “superiore” sono rimasti soltanto alcuni ruderi, noti con il nome di Castellaccio. Del complesso fa parte la cappella di Santo Stefano, sorta alle origini del cristianesimo locale tra i sec. VI e X per la comunità formatasi attorno al castello. Era la parrocchia più importante del tempo. Venne più volte ristrutturata e sopraelevata nel ‘700. Dell’antico edifico resta la splendida abside affrescata dai fratelli Biazaci di Busca. Sul “mur de chevet” è dipinta l’annunciazione e il Cristo in avello, tra Maria e Giovanni piangenti. Nel catino absidale appare la raffigurazione del tema della catechesi primitiva, il tetramorfo di Ezechiele con il “Cristo Pantocrator” nella mandorla iridata e i simboli degli evangelisti. Divisa in quatto scene, è narrata la storia del protomartire di Santo Stefano, tratta dagli Atti degli Apostoli della Legenda Aurea. L’opera di restauro, promossa dal Comune nel 1998, ha restituito l’originario splendore al ciclo.

Sempre nel parco dedicato a Francotto, è stata sistemata una Big Bench, una panchina gigante, che rientra tra quelle nate dall’idea del designer americano Chris Bangle, diffuse in vari punti panoramici italiani e del mondo. Il parco Francotto, durante la bella stagione, è molto frequentato soprattutto da chi ama rilassarsi o organizzare pic-nic. Recentemente è stato aperto un nuovo sentiero di collegamento da via Morra San Giovanni, nei pressi del Ponte Stretto, verso il parco Francotto. Si tratta di un percorso lungo circa trecento metri, abbastanza ripido, ma ben percorribile se si ha il desiderio di inerpicarsi per un breve tratto. La nuova scorciatoia, oltre a salire al parco del Castellaccio si inserisce nei percorsi collinari all’altezza della frazione Santo Stefano.

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