Girava per corso Dante urlando e sputando contro i passanti e per questo motivo una signora molto spaventata aveva chiesto l’intervento di una pattuglia della Polizia. Quando gli agenti arrivarono, nel tardo pomeriggio del 9 maggio 2022, il ventinovenne di origini somale N. E. M. si stava allontanando verso la stazione; gli agenti lo fermarono e l’uomo si dimostrò inizialmente collaborativo e calmo. “Riportata la calma – ha riferito al giudice l’ispettore che era sulla pattuglia – l’intervento era concluso e stavamo risalendo in auto quando lui tornò indietro e scagliò contro l’auto il suo zaino colpendo il montante dello sportello, danneggiandolo leggermente”. L’uomo riprese a urlare, inveendo contro gli agenti: “Non potevamo capire cosa stesse dicendo ma era sicuramente molto alterato. Cercava di riprendere lo zaino per lanciarlo di nuovo contro di me. Il mio collega lo fermò con lo spray urticante, poi una volta immobilizzato lo abbiamo decongestionato secondo procedura e portato in Questura”. Dentro lo zaino c’era un martello, e questo spiega l’ammaccatura allo sportello dell’auto degli agenti, e la conseguente denuncia non solo per resistenza a pubblico ufficiale ma anche per danneggiamento e detenzione illegale di armi. Dalle indagini emerse anche che l’uomo era stato fotosegnalato pochi giorni prima: “Si rese necessario anche l’intervento del 118 per sedarlo perché era molto agitato, sicuramente aveva bevuto, non so se fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Era senza fissa dimora, penso che il martello lo usasse per difesa personale”, ha concluso l’agente in aula. Conclusa l’istruttoria, il processo è stato rinviato al 24 settembre per la discussione e la sentenza Immagine di repertorio).