Si è concluso con l’assoluzione il processo a U. A., cuneese rinviato a giudizio con l’accusa di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. La sera del 14 luglio 2022 mentre camminava con due amici in corso Giolitti aveva richiamato l’attenzione di una pattuglia dei Carabinieri che si era subito fermata.
“Gesticolava a bordo strada- aveva riferito uno dei due militari – ma alla nostra richiesta di spiegazioni ci disse che si sentiva spiritoso. Mentre procedevamo all’identificazione lui iniziò a riprenderci col cellulare”. Poi iniziarono gli insulti e la ricerca dello scontro fisico, tanto che mentre uno dei due era occupato con l’identificazione e la redazione del verbale, l’altro doveva trattenerlo con una mano per tenerlo lontano dall’auto di servizio: “Ci diceva di mettergli le manette, era palesemente ubriaco. Poi prese il mio collega per la giacca – ha proseguito il Carabiniere – facendogli cadere a terra gli occhiali”.
Non era questo il primo processo per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale a carico di U. A., che esattamente un anno prima si era reso responsabile di un episodio simile avvenuto sempre nelle vicinanze di corso Giolitti. In quell’occasione l’uomo aveva insultato i militari mentre stavano intervenendo per sedare una rissa; il suo atteggiamento aggressivo aveva reso necessario l’intervento di una seconda pattuglia e l’uomo fu condannato a un anno e sei mesi di reclusione. Per l’accusa anche in questo episodio era stata provata la sua responsabilità e il pubblico ministero aveva chiesto 10 mesi di reclusione.
La difesa ha però fatto notare che gli insulti ai due militari non erano stati confermati, come richiede la legge, da nessun altro testimone e che il breve attimo in cui l’imputato si era appeso alla giacca del militare era dovuto al suo stato di alterazione alcolica più che a un vero tentativo di aggressione. Una tesi accolta dal giudice che ha assolto l’uomo dall’oltraggio per insussistenza del reato e dalla resistenza perché il fatto non costituisce reato.