Con l’auto rubata in una villa di Envie il 7 dicembre 2016 avevano messo a segno una serie di furti tra Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Envie, Saluzzo, Sanfront, Cervasca e Vignolo; quando l’auto rubata fu rintracciata dai Carabinieri il 10 dicembre in un parcheggio di Madonna dell’Olmo, venne subito messa sotto osservazione dai militari che scoprirono così i responsabili dei furti messi a segno in varie abitazioni della provincia nel dicembre 2016 per un bottino stimato di circa 80.000 euro. A finire in manette furono solo due dei ladri individuati dai Carabinieri: quando la notte del 13 dicembre i tre tornarono dal giro dei furti nel parcheggio di Madonna dell’Olmo per riprendere la Ford Focus con cui erano arrivati da Torino, trovarono i Carabinieri che cercarono di fermarli. Nel tentativo di fuggire, il conducente dell’auto eseguì una serie di manovre pericolose, rischiando anche di investire i militari che stavano intervenendo e i due passeggeri, S. L. e R. B., due albanesi residenti a Torino, caddero dalla vettura e vennero arrestati. S. L. aveva scelto il patteggiamento, mentre R. B. scelse i rito ordinario che si è concluso al tribunale di Cuneo con una condanna per furto e resistenza a pubblico ufficiale. Nella caduta dall’auto l’uomo riportò le ferite più gravi: nelle manovre spericolate del complice, lo sportello che era rimasto aperto gli rimbalzò addosso colpendolo violentemente alla testa e nella caduta venne investito dall’auto in fuga. Trasportato all’ospedale, nel taschino della sua giacca i Carabinieri trovarono una penna stilografica che era stata sottratta proprio quella sera da una delle abitazioni derubate dai tre. A bordo della Range Rover rubata il 7 dicembre e utilizzata per mettere a segno i colpi, i militari trovarono un pacchetto di noci, anche questo frutto del bottino di quella sera. Sull’auto c’erano anche 3.700 euro in contanti e vari arnesi da scasso. Il terzo complice invece riuscì a darsi alla fuga: dopo aver quasi investito i due Carabinieri che si erano avvicinati alla loro auto, era scappato rischiando un frontale con una seconda pattuglia in arrivo. Poco più in là l’auto sbandò e finì in una bealera ma il conducente riuscì a dileguarsi nelle campagne. A R. B. il pubblico ministero aveva contestato il concorso in rapina in quanto lo riteneva perfettamente consapevole della manovra del complice che stava guidando l’auto nel tentativo di sottrarsi all’arresto e per questo ne aveva chiesto la condanna a tre anni e tre mesi e 1.200 euro di multa, mentre per il difensore, quando il complice alla guida stava mettendo in atto la sua condotta violenta, lui stava già tentando di scendere dal mezzo che infatti lo aveva urtato investendolo e ferendolo. In aula l’uomo si era difeso sostenendo di non essere mai stato a Cuneo prima di quella sera e che, uscito con il cugino e un amico solo per fare un giro, avevano trovato la Range Rover parcheggiata e lasciata aperta nel parcheggio di via degli Agostiniani a Madonna dell’Olmo: “Era aperta con le chiavi nel cruscotto, siamo saliti e abbiamo fatto qualche giro. La penna ritrovata nel mio taschino non ricordavo di averla, non so se me l’hanno messa addosso i Carabinieri”. Il collegio dei giudici, riqualificata la condotta dell’imputato a furto più resistenza a pubblico ufficiale, lo ha condannato a quattro anni e tre mesi e 800 euro di multa.