Erano trascorsi solo pochi giorni dall’annuncio della straripante vittoria elettorale di Vladimir Putin che un attentato terroristico di grandi proporzioni ha improvvisamente insanguinato Mosca e messo in evidenza un’incredibile falla nella sicurezza russa. Più di 130 vittime, centinaia di feriti e nuovi inquietanti interrogativi sulle responsabilità e sugli autori della strage.
In un contesto di guerra che dura ormai da due anni e dove non appare all’orizzonte il minimo segnale di dialogo, di negoziato o di tregua e dove solo le armi hanno diritto di parola, l’attentato ha fatto comprensibilmente
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