Tra il 15 e il 17 marzo scorso erano circa 112 milioni i russi chiamati alle urne per “confermare” il Presidente chiamato a guidare il loro Paese per i prossimi 6 o 12 anni. Un Presidente già al potere da un quarto di secolo, praticamente senza opposizione e senza rivali, perché da anni messi brutalmente a tacere con la paura o il ricatto. Senza dimenticare che si tratta di un Presidente la cui legittimità è stata iscritta in una modifica della Costituzione volta a non interrompere e a garantire la continuità del potere presidenziale il più a lungo possibile.
Per leggere questo contenuto devi essere abbonato all’edizione digitale de La Guida.
Abbonati qui