Solo una tempesta a cui è stato dato il nome “Monica” poteva cercare di fermare la nuova avventura di Giovanni Panzera sulla catena Penebetica, nel sud della Spagna. Le televisioni spagnole mandavano continuamente in onda servizi per illustrare i danni che la tempesta stesse provocando: alluvioni, inondazioni, venti che superavano gli 80 km/h e neve a bassa quota. Dopo tre giorni la tempesta è passata e si è spostata verso i Pirenei, la Francia e le nostre montagne. Poi come recita un detto che “dopo la tempesta viene sempre il sereno”, da Gibilterra (piccolo enclave inglese in terra di Spagna) sono salito a cavallo della mia bicicletta gravel CBT e ho iniziato la mia lunga pedalata fatta di tanti km. e tante salite. A dire il vero qui è tutto un saliscendi, anche quando non sono indicate come “puerti” (equivalente ai nostri colli alpini) non è raro trovare salite lunghe anche 8/10 km con pendenze severe e se la strada transita in un paese allora attraversarlo significa mettere “le ridotte” su pendenze che partono dal 10% in su, veramente “spaccagambe”.
I “Puerti” hanno spesso nomi affascinanti come “Puerto del vento” che lasciano presagire che oltre alle pendenze c’è anche da affrontare il vento, e che vento che come i ciclisti sanno benissimo, è sempre contrario e aumenta sensibilmente le fatiche. In questa parte di Spagna, c’è molta escursione termica , al mattino parto con una temperatura che si aggira sui 7/ 8° e poi verso mezzogiorno arriva a 27°! Sovente incontro dei ciclisti che vedendomi carico con le mie borse mi chiedono quali sono i miei progetti di viaggio e da dove vengo e se anche con il fiatone per la salita racconto del progetto di “Pedalando tra le aquile” e delle mie montagne che alcuni conoscono per esserci stati in vacanza. Alla fine dei racconti una stretta di mano e una pacca sulla spalla quasi a sugellare un’amicizia che lega le montagne spagnole con le nostre montagne, una sorta di gemellaggio virtuale tra i paesini che attraverso e la mia amata Cuneo che quest’anno è ancora più internazionale essendo “città alpina”. Del resto la Spagna come l’Italia possiede una grande storia ciclistica con campioni che hanno scritto importanti pagine di ciclismo, quindi la passione per questo sport ci accomuna ancora di più.
In questa prima parte di viaggio attraverso questa catena montuosa, il paesaggio che mi circonda è entusiasmante e affascinante, severo, brullo, dove le rocce di grigio calcare si fondono con il verde e una natura che si sta risvegliando; campi di fiori gialli, coltivazioni di limoni e arance a perdita d’occhio e anche molto buoni (devo dire che passando per strada ne ho rubati un paio… ma ne valeva la pena). Eppoi le piantagioni di olivi, coltivati su file ordinate, inerpicati su ripide colline che lasciano immaginare la fatica che questi agricoltori devono fare per una coltivazione di questo genere. Caratteristici di questa zona sono i “pueblos blancos” i paesi bianchi arroccati sulle montagne che rendono il paesaggio davvero suggestivo e unico. Il nome viene dato dal colore delle facciate delle case dipinte di bianco allo scopo di resistere al calore dell’estate.
La Cordillera Penibetica mi sta regalando emozioni dove la natura si fonde con la storia e si intrecciano in un mosaico di di bellezza e fascino. La somiglianza della lingua italiana a quella spagnola agevola il dialogo e l’incontro con la gente, molti ci tengono a raccontare del loro paese e in particolare delle manifestazioni religiose che si svolgeranno nella Settimana Santa che qui è sentita in modo particolare con processioni e statue vestite con abiti preziosi. Per quanto riguarda il mio stato di salute mi sento in forma; il lungo allenamento sulle montagna di casa sta dando i suoi frutti anche se alla partenza ero un po’ timoroso visto il problema avuto la scorsa estate, ma la competenza e la professionalità dei medici che mi hanno curato in tutto questo tempo è stata tale che mi hanno rimesso perfettamente in forma, anzi meglio di prima ed ora posso continuare il progetto “Pedalando tra le aquile” che dal 2019 mi vede protagonista sulla traversata dei gruppi montuosi europei.
Un grazie come sempre ai miei “compagni di viaggio” che mi permettono di continuare questo ambizioso e unico progetto: la famiglia Merlo, l’ATL del cuneese, la Thor di Busca, la CBT Italia, la Confartigianato di Cuneo, l’Ancos, Cuneo città alpina e tutti i media che con attenzione seguono questo viaggio. Non ultimo Teresio che con grande professionalità – attraverso le fotografie e i filmati – trasforma le mie emozioni in immagini e racconti.